In attesa che il social network del cinguettìo sbarchi in Borsa, la finanza guarda Twitter, da sempre, come a uno strumento di analisi in tempo reale. Il Sole24Ore ha dato la notizia che negli Usa una società ha rotto gli indugi e ha tradotto una pratica consolidata in un indice che sintetizza le sensazioni degli operatori che hanno un account, cioè praticamente tutti.
Twitter è già uno strumento ufficiale per l’osservazione delle società quotate (spesso quelle tecnologiche) con i cashtag. E che i trader amassero Twitter era cosa nota: in Italia si dice che un sito come Dagospia sia capace ancora di fare la differenza su alcune indiscrezioni dai “salotti buoni”, ma all’estero e soprattutto nei paesi anglosassoni è assai comuune vedere, tra i tanti monitor davanti a un operatore di Borsa, anche quello con una lista di tweet.
D’altra parte, tecnologicamente il microblogging sembra fatto apposta, già tre anni fa una ricerca del MIT aveva stabilito che Twitter è in grado di prevedere gli indici. La soluzione della Downside Hedge è dunque una conseguenza logica.
La finanza è sempre alla ricerca di un sistema di valori sempre più predittivo, e il social dei 140 caratteri ha quella instantaneità che assomiglia molto alle dinamiche psicologiche di chi opera con fondi speculativi, ad esempio. L’indice S&P 500 (PDF) traduce un sentiment, suggerisce insomma l’umore dei trader per prendere la decisione binaria più semplice e complessa quando si opera: vendere o comprare. Su oppure giù.
La conclusione del quotidiano finanziario italiano – che critica lo scarso utilizzo del social a piazza Affari – non potrebbe essere più esplicita: cogliere l’umore su Twitter prima di cimentarsi in qualche investimento.