Si chiama Abaco Primo, è un computer desktop e costa 99 euro. Fortunatamente l’annuncio giunge 24 ore prima del 1 Aprile, altrimenti avrebbe goduto di poca credibilità. Invece la cosa è ufficiale fin da oggi, con tanto di caratteristiche ed immagini a supporto dell’ampia copertura stampa raccolta. Abaco non è peraltro un nome nuovo, visto che aveva già fatto breccia nei desideri “low cost” fin dallo scorso Giugno, quando aveva imposto il proprio primo dispositivo attirando le attenzioni del mercato sull’originale concept, peraltro figlio naturale del made in Italy.
Le caratteristiche tecniche: processore Intel Atom Single Core 1.6Ghz; RAM 512 MB DDR2; hard disk da 4 GB Compact Flash; scheda video Intel GMA 950; scheda audio Realtek ALC662; dimensioni 37×13.5×35 cm; 1 slot PCI. Il tutto con sistema operativo Xubuntu Linux. «Abaco Primo è il primo computer pensato per essere veramente accessibile a chiunque e per incentivare un’informatizzazione libera ed aperta, puntando su consumi ridottissimi e di un prezzo veramente alla portata di tutti. Ideale per la famiglia che si affaccia al mondo informatico e che vuole vivere la sua prima esperienza evitando sprechi, godendo però di tutte le applicazioni classiche: internet, posta, scrittura documenti, gestione foto e file multimediali, e molto altro. Abaco Primo è fornito, nella sua configurazione base, in kit di montaggio, ma è altresì possibile ordinarlo già assemblato ad un piccolo sovrapprezzo».
Avere il pc montato costa 12.50 euro, portare la RAM 2 Gb costa 15 euro, aumentare la memoria a 80Gb costa 28 euro. Il tutto è completamente riconfigurabile con tutta una serie di opzioni che rendono possibile una scelta nei dettagli del proprio Abaco Primo personale.
Dietro il progetto Abaco non c’è un solo prodotto e, soprattutto, c’è tutta una “Abacosofia”: «Il progetto Abaco nasce da un’esigenza diffusa, che emerge da quella che ormai è una necessità oggettiva ma che in molti tendono purtroppo a confondere ancora con una sorta di semplice, quanto sostanzialmente vana, speranza: la possibilità d’individuare un modo semplice e finalmente efficace per stimolare la crescita e la diffusione non solo di Linux e della filosofia che ne è a fondamento, ma anche e soprattutto d’una modalità di consumo più attenta alle tematiche etiche e alle discussioni legate alla sostenibilità economica. “Persino” in ambito informatico! In un momento storico in cui velocità e potenza di calcolo sono ancora percepite come il vero plus delle soluzioni informatiche comuni, crediamo sia importante spostare parte dell’attenzione prima di tutto sulle reali necessità dell’utente piuttosto che restare legati soprattutto alle scelte e agli interessi dell’industria».
Ma c’è di più: «Pensiamo al nostro lavoro come al gioco del Lego, alla capacità di scegliere i mattoncini giusti per costruire la cosa giusta, non crediamo nelle innovazioni rivoluzionarie ma nelle buone idee che prendono forma, crescono, si diffondono. Usiamo il presente quanto il passato per sostenere i nostri processi creativi, pensiamo che la semplicità sia un valore, probabilmente “il valore” più importante per il futuro dell’era digitale. […] A guidarci, molto prima del mercato e della pubblicità, della moda e dei consigli degli “esperti”, dovrebbe essere un’attenta analisi delle nostre reali necessità, dei nostri reali modelli d’utilizzo. I cosiddetti SUV non servono praticamente a nulla, eppure se ne vendono a milioni, non lasciamo che una macchina decisamente diversa ed enormemente più importante come il computer subisca la stessa sorte, non lasciamo che continuino ad essere soprattutto i “muscoli” la caratteristica più importante dei nostri PC. Perchè anche l’informatica funziona meglio se è sostenibile!».
Tutto ciò non poteva che portare ad una scelta, a questo punto ovvia, verso il software libero: «crediamo nella condivisione della conoscenza e in valori non fanno del semplice guadagno l’obiettivo principale, per questo vogliamo contribuire alla diffusione di modelli d’uso tecnologici più attenti e consapevoli, rispetto alle tematiche economiche, alle questioni tecniche, riguardo a precise scelte di sostenibilità, anche etiche e sociali. La scelta di Linux non è per nulla una posizione di comodo, non parte dalla gratuità o dall’attenzione cui va sempre più soggetto ma emerge dall’assunzione del modello di sviluppo condiviso come unico possibile, come unica vera risorsa a disposizione di uno sviluppo tecnologico umanizzato e umanisticamente orientato. […] Nessuno deve più poter scegliere per noi, la storia dell’informatica è ad una svolta e questa volta siamo noi a decidere in quale direzione!».
In favore della filosofia Linux v’è una pagina apposita del sito web ufficiale. Il sito stesso mette inoltre in vendita prodotti quali Abaco Dual (295 euro) ed Abaco Pro (475 euro): trattasi di soluzioni con minori compromessi e maggiori capacità di calcolo e di archiviazione, con disco fisso che arriva addirittura a 500 Gb, il tutto in questo caso basato su Ubuntu (la versione base utilizza Xubuntu potendo giovare delle minori esigenze hardware della distribuzione “minore” del sistema operativo).