Il prezzo dei CD è troppo alto. L’opinione, semplice e non interpretabile, è del 62% del target intervistato da Newsweek (sondaggio in edicola dal 22 Settembre). Se il prezzo delle canzoni fosse più basso (ad esempio 1 euro, il valore proposto sul mercato da iTunes), il 54% degli intervistati sarebbe disposto a smettere di scaricare musica per tornare a comprare il CD in negozio.
Newsweek scopre l’acqua calda? Forse. Ma la situazione è più intricata del semplice risultato statistico campionario. La piaga della pirateria è ormai un peso difficilmente sostenibile, ma il pugno di ferro sbandierato dalla RIAA sembra non aver avuto ancora gli effetti sperati. Ne consegue che la ricerca di una soluzione alternativa si renda necessaria. L’abbassamento del costo dei CD o la vendita on line dei singoli pezzi, in questo contesto, sembra la soluzione maggiormente adatta.
Nelle ultime settimane la Universal ha palesato la propria volontà di intraprendere la strada dell’abbassamento dei prezzi. Nel contempo la vendita on line di iTunes continua a gonfie vele. Il sondaggio diretto dalla Princeton Survey Research Associates, comunque, evidenzia uno zoccolo duro particolarmente consistente non disposto a comprare musica e dedito solo al P2P. L’interesse è grande ed i conflitti non mancano: un tutti contro tutti che non lesinerà sorprese.