Il suo nome è Feross Aboukhadijeh, ha 19 anni ed è uno studente. La sua storia è emblematica perchè, dimostrando nei fatti la propria capacità di sviluppatore, ha saputo raccogliere un immediato successo giungendo fino al riconoscimento massimo: un posto di lavoro presso Google. Ancora non è dato a sapersi se il ragazzo accetterà l’offerta, ma la storia entra negli annali dell’Università di Stanford e sottolinea ancora una volta quanto la rete modifichi alla radice le dinamiche di incontro, di valorizzazione e di espressione delle proprie capacità.
La storia di Feross Aboukhadijeh è legata a Google Instant perchè, mentre tutto il mondo provava a digitare parole nella nuova interfaccia del motore di ricerca, il ragazzo scrutava con curiosità il codice per comprenderne a fondo i segreti e le possibilità. Poi la sparata grossa, quella condita del classico entusiasmo adolescenziale: entro un’ora anche YouTube sarà Instant. Feross si è messo al lavoro ed entro breve il risultato era raggiunto. Una giornata ulteriore di lavoro per affinare la propria creazione ed ecco ottenuto quanto immaginato poche ore prima: YouTube Instant, creato con le proprie mani, a poche ore dalla nascita di Google Instant.
Una pioggia di complimenti, uno scroscio di tweet, una ventata di condivisioni. Presto YouTube Instant giunge anche sul desktop di Chad Hurley, colui il quale, oggi CEO di YouTube, anni addietro altro non era se non un intraprendente ragazzino che filmava un elefante in uno zoo. Il sogno si ripete con un suo messaggio, un’offerta di lavoro. L’incredulità di Feross è seguita da un tweet di risposta: “Is this a for-real offer?”.
A questo punto la storia fa perdere le sue tracce. Feross è stato invitato presso la sede YouTube di San Bruno (California) per un colloquio privato e, nel frattempo, spiega di voler finire la scuola e di continuare il suo normale percorso. Ma normale già non lo è più: un’esperienza estiva in Facebook, una avventura di fine estate in Google sono abbastanza per lasciare questo 2010 nei ricordi del ragazzo per molto tempo.
I destini dello sviluppatore sono ora nelle sue mani. La capacità e l’entusiasmo non mancano e, con questi due soli ingredienti, lo dicono i fatti, è ancora possibile usare la rete per farsi notare ed apprezzare. La sua storia però è già in pericolo, perchè sulla scia dell’Instant anche un quindicenne ha già saputo lasciare la propria impronta: il suo nome è Stephen Ou ed il suo codice è stato applicato ad iTunes rendendo così istantanea la ricerca dei file. Al momento Ou deve accontentarsi del programma di affiliazione Apple come unica risorsa di introito, ma la strada di Aboukhadijeh potrebbe essere d’esempio: chissà che Steve Jobs non decida di impugnare il suo iPhone per fare una telefonata.