Nelle scorse settimane si è parlato dell’accordo firmato da Google e la Francia, o più nel dettaglio dal chairman Eric Schmidt e dal presidente François Hollande, che prevede la creazione del Digital Publishing Innovation Fund: 60 milioni di euro messi a disposizione da bigG per aiutare gli editori locali a rivedere il proprio business in base alle dinamiche che regolano la grande Rete. In altre parole, il fondo consentirà al motore di ricerca di continuare a indicizzare titoli ed estratti delle notizie senza incorrere in sanzioni o procedimenti legali.
Una stretta di mano che al momento resta confinata all’interno del territorio francese, come sottolineato pochi giorni fa dal gruppo di Mountain View nonostante le richieste di Pinto Balsemão, numero uno dell’European Publishers Council. In seguito al rifiuto, l’organizzazione è tornata nel fine settimana a pronunciarsi sulla questione, questa volta manifestando dubbi sull’efficacia del DPIF. A parlarne è Angela Mills Wade, direttore esecutivo, con una dichiarazione riportata sulle pagine del New York Times.
L’accordo non risolve il problema relativo all’utilizzo non autorizzato dei contenuti e non fornisce alla stampa online certezze dal punto di vista finanziario o strumenti legali per ottenere risarcimenti, al fine di costruire un modello di business sostenibile e continuare a generare contenuti di qualità elevata.
In altre parole, secono EPC i 60 milioni di euro non costituiscono alcuna garanzia per gli editori. Una posizione condivisa anche da Anja Pasquay, portavoce della German Newspaper Publishers’ Association.
Ovviamente l’accordo francese non trova il nostro appoggio. Non è la soluzione per il mercato tedesco.
Proprio in Germania la questione tiene banco ormai da diversi mesi, con il parlamento federale chiamato a votare una proposta di legge che prevede una sostanziale riforma del copyright legato al materiale pubblicato dalle testate online. Se approvato, il testo potrebbe proibire a motori di ricerca come Google e altri aggregatori di utilizzare snippet (estratti delle news) e titoli senza esplicita autorizzazione da parte delle redazioni. Anche paesi come Austria e Svizzera stanno valutando l’ipotesi di fare altrettanto. Si può dunque affermare che la stretta di mano tra bigG e la Francia, più che contribuire a distendere gli animi, abbia rilanciato il dibattito su una questione di cui certamente si tornerà presto a parlare.