Dell, una società da 80.000 impiegati in tutto il mondo, è stata trascinata in tribunale per una causa da 500 milioni di dollari, che potrebbe diventare una class action, a causa del suo presunto atteggiamento discriminatorio nei confronti delle donne.
Le accuse non sono delle più leggere: secondo Jill Hubley, che fino al settembre del 2007 è stata a capo del settore strategico delle risorse umane dell’azienda, Dell pagherebbe stipendi più alti agli uomini anche a parità di grado e lavoro e sarebbe restìa a promuovere le donne, cosa indirettamente dimostrata dal fatto che nell’80% dei casi ai gradi di direzione più alti della compagnia ci sono solo uomini.
Ma non sarebbero solo le donne ad aver subito un trattamento discriminatorio: un’altra causa intentata separatamente sostiene che anche i lavoratori più anziani avrebbero ricevuto un trattamento ingiusto quando la società si trovò l’anno scorso a dover licenziare circa 9.000 impiegati. Con simili presupposti, dunque, non stupisce che gli avvocati di Jill Hubley, assieme ad altre quattro ex-manager del settore risorse umane della compagnia, stiano cercando di far diventare la causa una class action.
Come si conviene Dell ha dichiarato di non essere al corrente di alcuna pratica discriminatoria al suo interno e che la direzione è assolutamente contraria ad ogni simile atteggiamento. Tuttavia David Sanford, avvocato dell’accusa, si dice sicuro che, quando la società sarà obbligata a portare in aula i libri paga, le promozioni e tutti i registri, la verità verrà a galla.