L’A4, introdotto nel 1992, è un laptop basato sull’architettura RISC dell’Acorn Archimedes.
Usa lo stesso case del notebook Olivetti S20 (infatti a quel tempo la Acorn era di proprietà dell’azienda italiana) che ha le dimensioni di un foglio A4, da cui il nome.
Presenta un diplay LCD da 9″ in scala di grigio con una risoluzione di 640×480 pixel che pur essendo di tipo passivo è sorprendentemente nitido. La tastiera è una 83 tasti standard.
Colpisce l’assenza di un dispositivo di puntamento integrato, è necessario collegare il mouse (che è bianco, non in tinta con il grigio dell’A4).
Esiste anche la possibilità di guidare il puntatore e simulare i click con la tastiera ma è veramente scomodo.
È integrato un floppy in grado di leggere e scrivere dischetti anche in DOS, e un hard disk IDE Conner da 2,5″ della capacità di 60MB.
L’interesse dal punto di vista hardware sta tutto nell’adozione del processore ARM3 cloccato a 24Mhz che garantiva prestazioni più che doppie rispetto a macchine della stessa categoria equipaggiate con i 486 di Intel.
La CPU è affiancata come nell’Acorn Archimedes da altri chip dedicati: il MEMC (memory controller), l’IOC (gestore degli eventi input/output) e il VIDC che si occupa della grafica e condivide i 4 MB della memoria di sistema.
Il sistema operativo è chiaramente proprietario, in quanto scritto appositamente per girare sulla piattaforma RISC, si tratta del RiscOS 3.0 che presenta un’interfaccia a finestre, è in grado di operare in multitasking ed è pronto all’uso nei 2MB di ROM dove risiede.
Per l’epoca l’A4 eccelle nella funzionalità di risparmio energetico con il processore ARM3, già molto parco nei consumi, in grado di ridurre ad un quarto la sua frequenza (6Mhz) quando il sistema è in idle. La batteria integrata al nichel-cadmio può fornire fino a quattro ore di autonomia.
L’A4 era sicuramente una macchina valida ma non era chiara la sua collocazione sul mercato: Acorn ha sempre mirato al mercato educational ma al prezzo di circa £1500 non era molto appetibile per le scuole; le limitate capacità di espansione e soprattutto la mancanza di un parco software adeguato ne limitarono la diffusione.