«Se vogliamo essere realisti, potremmo smettere di supportare Sony». Parole pesanti, perché provenienti da Bobby Kotick, amministratore delegato Activision. Pensare che Activision, la più grande software house di oggi nel mondo della videoludica (peraltro vicina a Microsoft in conseguenza di stretti rapporti nel mondo dell’in-game advertising), possa separarsi dalla PS3 (il brand PlayStation è sinonimo stesso di videoludica) è qualcosa di poco ipotizzabile. Ma se le parole non vanno prese per quel che sono, il tira e molla è comunque logico ed inevitabile, perché trattasi di un mercato sul quale entrambe le parti vogliono ottenere benefici importanti.
Il problema di Sony è il prezzo alto della PS3, console dalle grandi performance che a causa dell’alto costo sul mercato vede costretta la casa madre a prezzi alti per mantenere un giusto equilibrio in quanto a redditività del comparto. Il problema Activision è l’altro lato della medaglia: l’alto costo delle console ne frena la commercializzazione ed a causa di ciò si ha una minor base di vendita per i videogiochi prodotti. Se Sony intende mantenere alto il proprio margine, però, Activision intende avere a disposizione più utenti a cui vendere la propria produzione. Lo scontro è servito.
«Devono abbassare il prezzo, perché se non lo fanno il numero di giochi che ogni utente acquista potrebbe scendere. Se vogliamo rimanere realisti, potremmo dover interrompere il supporto per Sony. […] Se guardiamo al 2010 ed al 2011, possiamo riconsiderare se supportare la console e anche la PSP». Senza i giochi Activision, però, Sony perderebbe gran parte dei titoli di maggior richiamo sul mercato. L’interesse reciproco è per un accordo, ed è probabile a questo punto che Sony possa cedere e rivedere il proprio listino prezzi.
Al momento, però, la casa nipponica non cede. A parole lo scontro si fa duro: Sony sostiene di essere in un ottimo momento, di vedere la propria console uscire alla grande dall’ultimo E3 e di voler comunque tessere rapporti costruttivi con i partner. Non c’è strappo, dunque, ma si rivendica la posizione della console sul mercato ed il buon momento attuale dopo le difficoltà iniziali rispetto alla concorrenza.
L’intervento di Kotick sul Times Online sembra aver colto nel segno: Sony è dovuta scendere in campo per riconsiderare la propria posizione. Activision e Sony hanno interessi comuni e difficilmente le parti giungeranno alla rottura. La trattativa è però uscita dalle sale private per spostarsi sui media, segno evidente della tensione accumulatasi tra le parti.