Esattamente un anno fa, il sito Horizont ha scoperto che Eyeo riceve una indeterminata somma di denaro dalle aziende che vogliono entrare nella whitelist di Adblock Plus. Questa lista, creata per consentire la visualizzazione di banner pubblicitari che soddisfano specifici requisiti, è stata ritenuta illegale da alcune società di marketing tedesche che hanno depositato una causa contro Eyeo presso la Corte Distrettuale di Monaco.
Sebbene non sia stato annunciato ufficialmente, dal 2011 Adblock Plus consente alle aziende di essere escluse dal filtro, dietro il versamento di un contributo economico. Sui siti che usano le piattaforme di Google e Amazon, ad esempio, verranno sempre visualizzate le inserzioni pubblicitarie, in quanto ritenute poco invadenti (solo se l’utente seleziona l’opzione “Permetti alcune pubblicità non inopportune” nelle impostazioni del plugin). Secondo ProSiebenSat.1 e RTL Interactive, questa funzionalità è lesiva della concorrenza, in quanto avvantaggia solo le aziende che pagano.
In origine, Adblock Plus bloccava qualsiasi banner presente su un sito web, senza nessuna distinzione. Dato che molte attività e servizi online sono gratuiti, la pubblicità è l’unico mezzo per recuperare le spese di gestione e aggiornamento del sito. In alcuni casi, le inserzioni sono state utilizzate come veicolo per la diffusione di malware, quindi è sicuramente corretto filtrarli. I siti che invece offrono contenuti di qualità possono impedire il blocco solo pagando una certa somma ad Eyeo oppure facendo affidamento sulla comprensione degli utenti.
Dato che Google e Amazon sono due “pesi massimi” del web, è probabile che l’obolo da versare non sia accessibile a tutti. Ecco perché le due aziende tedesche ritengono che la whitelist sia illegale e che il modello di business sia anti-competitivo. Altre società di advertising hanno pianificato di adire le vie legali. Stranamente però un portavoce di Eyeo ha dichiarato che non è stata depositata nessuna causa contro Adblock Plus.