Ennesimo lutto per il mondo dell’informatica in questo triste mese di ottobre. Dopo Steve Jobs e Dennis Ritchie, è morto all’età di 84 anni John McCarthy, noto per aver creato nel 1958 il linguaggio di programmazione Lisp, utilizzato nel campo dell’intelligenza artificiale, un termine coniato da McCarthy stesso quando lavorava al Massachusetts Institute of Technology (MIT).
I risultati degli studi sull’intelligenza artificiale di McCarthy sono visibili oggi in molti settori, dalla robotica ai videogiochi, e dimostrano come possano essere tradotti in forma digitale i processi cognitivi e mentali, attraverso la logica matematica. Utilizzando complessi modelli di calcolo, il computer può quindi diventare intelligente.
McCarthy aveva dichiarato nel 1955 che i computer non avrebbero mai potuto simulare il funzionamento del cervello umano perché l’uomo stesso non è in grado di scrivere i programmi in modo corretto:
Se una macchina può svolgere un compito, allora un calcolatore automatico può essere programmato per simulare la macchina. La velocità e le capacità di memoria dei computer attuali potrebbero essere insufficienti per simulare molte delle funzioni più alte del cervello umano, ma l’ostacolo più grande non è la mancanza di capacità della macchina, bensì la nostra incapacità di scrivere programmi che possano avvantaggiarsi di ciò che abbiamo.
Dal 1962 al 2000, McCarthy ha insegnato alla Stanford University, dove veniva affettuosamente chiamato Zio John. Molti documenti relativi ai suoi studi sono ancora disponibili sulla pagina web dell’università. Nel 1971 ha ricevuto il Premio Turing dalla Association for Computing Machinery per le sue ricerche sull’intelligenza artificiale.