Il protocollo Simple Object Access Protocol (SOAP) è un layer leggerissimo di comunicazioni e scambio dati tra componenti software (esempio: server) in XML. Progettato nel 1998 con il supporto di giganti dell’information technology, fra cui anche Microsoft, questo standard iniziò ad avere un fortissimo impatto sul mondo informatico con l’approvazione da parte del W3C che ne dichiarò standard la versione 1.2 il 24 giugno 2003.
Da allora questo protocollo è stato supportato da tantissime applicazioni e anche Google lo inserì, con un’aPI di connessione al proprio motore di ricerca, all’interno della sua crescente suite, che oggi vanta ben 60 librerie di supporto agli sviluppatori.
La Google SOAP Search API fu lanciata nell’aprile 2002 e da allora conquistò molti appassionati per la sua semplicità e le funzionalità avanzate di ricerca, miscelamento e processamento risultati e perfetta integrazione in applicazioni esterne.
Ma la popolarità della tecnologia SOAP è andata progressivamente scemando lasciando il posto alla più immediata, interattiva e molto più di moda tecnologia Ajax, che ha nel frattempo preso il sopravvento sul Web 2.0. E per questo motivo Google decise, giù dal dicembre 2006, di fermare il supporto ufficiale a questa utile libreria e impedirne l’accesso a nuovi utenti. Da allora i programmatori che già la usavano avrebbero potuto continuare a farlo ma senza garanzia alcuna sul periodo di tempo che il tool sarebbe stato ancora in piedi.
Ed è purtroppo ufficiale la decisione che Google stessa vuole porre la parola fine alle API di ricerca SOAP. Il 31 agosto 2009 ogni ricerca su tale protocollo cesserà con l’arresto totale del servizio. Nello scusarsi con ogni programmatore che usava l’applicativo con regolare chiave d’accesso, il colosso di Mountain View ha dichiarato che “da allora (dicembre 2006, data dell’annuncio della sospensione di nuove iscrizioni all’API) c’è stato un costante declino nell’uso”.
Possibili alternative per i programmatori sono oggi le Google REST API oppure le API Ajax per l’accesso ai risultati di ricerca. Seppure con la perdita di qualche funzione più avanzata (come le query dirette anche a pagine della cache Google e al controllo ortografico ecc), i programmatori avranno per lo meno supporto e un futuro più aperto per il proprio codice, altrimenti in pericolo di obsolescenza.