Adele potrebbe seguire presto le orme di Taylor Swift. Il riferimento è ovviamente alla contrapposizione degli ultimi mesi fra la cantante statunitense e Spotify, la piattaforma di streaming più diffusa al mondo. Secondo indiscrezioni pubblicate da The Verge, la voce di “Hello” potrebbe non concedere il nuovo album “25” al colosso dello streaming, preferendo invece rivali come Apple Music. Il nodo della questione è sempre il medesimo: la disponibilità dell’ascolto gratuito tramite spot pubblicitari.
Manca una settimana al rilascio di “25”, l’attesissimo nuovo album di Adele, anticipato dal singolo record “Hello”. Secondo le fonti raccolte da The Verge, la cantante starebbe valutando la possibilità di non concedere “25” in streaming su Spotify, a meno che la società non decida di limitarne l’ascolto ai soli utenti paganti. Questi ultimi rappresentano 20 milioni, rispetto al bacino totale di 75 milioni di iscritti al servizio. Un’indiscrezione, è doveroso sottolineare, che al momento non trova conferma nella società, che avrebbe definito “categoricamente non vere” le ipotesi rispetto al nuovo album di Adele.
Nel frattempo, le stesse fonti di The Verge confermano come “25” sarà probabilmente disponibile al lancio su Apple Music, oltre che per la tradizionale digital delivery su iTunes. Anche in questo caso, tuttavia, non giungono conferme o smentite dalle parti di Cupertino, né da eventuali altre piattaforme di streaming a pagamento. Nelle scorse settimane si è addirittura parlato di un possibile rapporto in esclusiva tra Adele e Apple, rumor poi svaniti per mancanza di ulteriori aggiornamenti.
In attesa di altri dettagli sulle strategie di distribuzione di “25”, il parallelo con Taylor Swift sembra inevitabile, così come già accennato. Lo scorso anno, la cantante di “Shake It Off” ha deciso di rimuovere i propri brani da Spotify, non concedendo nemmeno lo stream di “1989”, l’album di maggior successo dell’anno. Un gesto voluto dall’artista per protestare contro l’ascolto gratuito, sebbene non si possa parlare di gratuità in senso stretto, poiché Spotify offre questo servizio cercando di compensarlo con la raccolta di introiti pubblicitari. Lo scorso giugno, invece, la popstar ha scritto una lettera aperta ad Apple, per invitarla a corrispondere le royalties agli artisti anche nei tre mesi di prova di Apple Music: una richiesta a cui il gruppo di Cupertino ha acconsentito, ottenendo così la possibilità di proporre “1989” agli utenti.