L’Adiconsum si costituirà in giudizio nel caso Peppermint a difesa dei 5000 cittadini italiani colpiti dalle minacce relative al download illegale di musica. Il comunicato ufficiale dell’associazione spiega nei dettagli la scelta compiuta entrando nel merito del caso specifico: «l’IP address, il codice che identifica univocamente l’utente che accede alla rete internet, è stato ritenuto dal Tribunale di Roma dato non interessato alla tutela della privacy. Il Tribunale ha quindi considerato lecita l’intercettazione degli indirizzi IP effettuata da parte della società svizzera Logistep su incarico della casa discografica tedesca Peppermint ai fini di tutelare l’attività commerciale legata ai diritti d’autore, ordinando agli Internet service provider di fornire i dati anagrafici degli utenti identificati. Questa è una chiara violazione della legge sulla privacy che come è noto è un diritto costituzionalmente garantito».
In particolare l’Adiconsum rivendica il fatto che il Diritto d’autore non sia un diritto assoluto, ma sia bensì «frutto della mediazione tra il diritto della libera circolazione della cultura e la giusta remunerazione della creazione dell’ingegno. Per contro, il diritto alla riservatezza è un diritto primario costituzionalmente garantito, e già la Corte si è espressa contro qualsiasi deroga o limite persino a favore delle indagini giudiziarie svolte sotto il controllo della magistratura (sent. 372 del 14/11/2006). A maggior ragione non può essere concesso ad un soggetto privato svolgere indagini al fine di far valere un PRESUNTO e GENERICO valore patrimoniale».
«Il diritto alla riservatezza è un diritto primario costituzionalmente garantito, e già la Corte si è espressa contro qualsiasi deroga o limite»: su questo assunto verrà eretta la difesa dell’Adiconsum e da questo principio parte un appello al Garante della Privacy (già partecipe a parole in difesa degli utenti) affinchè si muova attivamente a difesa del cittadino ed a limite per gli «interessi economici di aziende che, come vediamo, non esitano ad utilizzare tutte le metodologie di intercettazione rese possibili dalle nuove tecnologie».
Ma poche ore prima l’inizio del lungo percorso giudiziario, per l’Adiconsum è già il momento di registrare un primo importante ostacolo: i legali Peppermint ed i colleghi Wind avrebbe raggiunto un accordo tale per cui «quest’ultima dichiarava la propria volontà di comunicare alla Peppermint gli indirizzi fisici dei consumatori titolari di indirizzi IP, intercettati dalla società Logistep» giungendo infine a chiedere la completa cessazione della materia del contendere.
Il percorso non cambia e Adiconsum conferma i propri intenti: «Adiconsum constatava con l’occasione la mancata costituzione del Garante della privacy. Adiconsum ritiene che si sia dinanzi ad una ulteriore e gravissima violazione del diritto alla privacy dei consumatori italiani dovuta a quest’ultimo incomprensibile accordo. Adiconsum intende comunque costituirsi in giudizio al fine di insistere nel sollevare la questione di illegittimità costituzionale dell’art. 156 bis della legge sul diritto d’autore e ha sollecitato ancora una volta il Garante della privacy a fare altrettanto a difesa dei diritti dei consumatori».