Dalla partnership siglata tra Adidas e Parley nasce un progetto finalizzato al recupero della plastica e dei materiali dispersi nelle acque degli oceani, per il loro utilizzo nella realizzazione delle calzature sportive. La suola della scarpa in questione è ottenuta sfruttando la tecnologia offerta dalle stampanti 3D, con una parte derivante dalla lavorazione di poliestere e reti da pesca non più utilizzate.
Un’iniziativa amica dell’ambiente, in pieno stile eco-friendly, presentata dal marchio d’abbigliamento in occasione del summit COP21 in scena a Parigi, il cui obiettivo è proprio quello di trovare soluzioni concrete per ridurre l’impatto sul pianeta da parte dell’attività dell’uomo. Si tratta al momento di un concept, non destinato alla commercializzazione almeno nel breve periodo. Lo scopo principale è infatti quello di stimolare altre idee simili, anche da parte dei competitor, basate sulla tutela di un bene comune e che è necessario difendere anche con gli strumenti offerti dalla tecnologia: l’ecosistema Terra. Queste le parole di Eric Liedtke (adidas Group Executive Board member responsible for Global Brands).
Abbiamo creato materiali sostenibili e innovativi per gli atleti. L’intersuola stampata in 3D dalla plastica degli oceani dimostra come sia possibile stabilire nuovi standard di riferimento per l’industria, ripensando il processo di realizzazione dei prodotti. Vogliamo coinvolgere tutti nella creazione di soluzioni sostenibili per i problemi di livello globale.
Non è la prima volta che si parla dell’impiego della stampa 3D per quanto riguarda la progettazione e realizzazione delle calzature: solo poche settimane fa New Balance ha presentato ufficialmente un modello dedicato alla corsa (raffigurato nella galleria di immagini allegata di seguito) con intersuola ottenuta da stampanti in tre dimensioni e la stessa Adidas, ad inizio ottobre, ha svelato le Futurecraft 3D basate sullo stesso principio.