Procede a lunghi passi l’adozione di AIR, il sistema di runtime multi piattaforma realizzato da Adobe e che ha già dato vita ad oltre 260 Rich Internet application (RIA), per un totale di oltre 25 milioni di installazioni. È quindi con un certo orgoglio che la società di San Josè presenta la nuova versione 1.5, secondo importante aggiornamento dedicato a tale sistema dopo l’uscita della versione 1.1. L’update porta con sé un importante aggiornamento di sicurezza, già etichettato da Secunia come ‘altamente critico’, il supporto alla versione 10 del Flash Player e un aggiornamento interno dedicato a WebKit, il motore JavaScript del sistema di runtime sviluppato da Adobe, ora il 35% più veloce. Novità anche per quanto riguarda il supporto alla piattaforme mobili: Flash Player 10 e AIR saranno presto riscritti per supportare al meglio i dispositivi mobili dotati di processore ARM e che ad oggi rappresentano praticamente il 90% del mercato.
La vulnerabilità insita in Adobe AIR 1.1 permette ad utenti malintenzionati di ottenere un exploit e di conseguenza iniettare codice JavaScript all’interno del computer delle vittime; affinché l’attacco possa avere effetto, è comunque necessario che l’applicativo AIR carichi alcuni dati da una sorgente non sicura.
Il supporto alla versione 10 del Flash Player garantisce inoltre una protezione da alcune falle di sicurezza riscontrate nella versione 9.0.124.0 (o precedente) del lettore, ove un SWF opportunamente programmato poteva sfruttare tali vulnerabilità per ottenere un exploit, con la conseguente possibilità di tenere sotto scacco il sistema posto sotto attacco. Naturalmente, AIR 1.5 permette di accedere a tutte le nuove funzionalità messe a disposizione dal Flash Player 10, quali il supporto alla manipolazione delle immagini 2D in uno spazio 3D e la tecnologia Pixel Bender.
La partnership con ARM vedrà i suoi frutti nel corso del 2009 con la creazione di una speciale versione del player Flash, appositamente ottimizzata per i processori ARMv6 e ARMv7. L’operazione assicurerà un playback decisamente più fluido dei contenuti all’interno dei dispositivi mobili, puntando anche sullo sfruttamento dei subprocessori grafici presenti all’interno di alcuni chip ARM.