Nei primi giorni del mese l’annuncio: Google ha scelto di percorrere una nuova strada con il suo browser Chrome, abbandonando WebKit in favore di un nuovo motore di rendering chiamato Blink. Una decisione che ha suscitato alcune polemiche, soprattutto da parte di chi pensa che una mossa di questo tipo possa contribuire a rendere ancora più frammentato il panorama Web, ma anche diverse adesioni al progetto. È il caso di Opera, che abbandonerà la tecnologia Presto proprio per passare a quella messa a punto da Google.
Anche Adobe contribuirà al progetto, come confermato da un intervento comparso poco fa sul blog ufficiale della software house e firmato da Vincent Hardy, director of engineering for the Web platform. Nel post si legge che l’obiettivo è quello di favorire una competizione costruttiva fra tutte le realtà impegnate nella realizzazione di software dedicati alla navigazione in Rete.
Penso che l’arrivo di Blink possa rafforzare una già piuttosto sana concorrenza tra i browser. Nel tempo il codice di Blink verrà differenziato rispetto a quello di WebKit, ma non ci saranno conseguenze se entrambi i motori implementeranno le stesse funzionalità in modo diversi. Solo la presenza di caratteristiche molto differenti potrebbe portare a un’eccessiva frammentazione. Far sì che WebKit, Blink e gli altri motori su cui si basano i browser possano coesistere è ora più importante che mai.
Tra gli obiettivi di Adobe c’è sicuramente anche quello di garantire la compatibilità fra Blink e le proprie tecnologie, ad esempio Flash. Il gruppo di San Jose affiancherà dunque anche Google nel suo progetto, senza interrompere il supporto a Mozilla per Firefox e agli altri protagonisti del panorama Web. L’esordio del nuovo motore di rendering è atteso con la versione 28 di Chrome in arrivo entro metà giugno, mentre risulta già disponibile da qualche giorno nelle build Chrome Canary.