There’s something in the Air, ma questa volta non è un notebook Apple. Adobe ha infatti rilasciato, a poco meno di un anno dalla prima beta, la versione definitiva di Adobe Air ove il nome sta per “Adobe Integrated Runtime”. Già allora si intravedeva l’importanza del momento: «Le potenzialità del nuovo ramo sono di grande suggestione in quanto i progetti odierni rappresentano la base su cui le future Rich Internet Applications troveranno substrato su cui crescere». E non trattasi solo di una semplice nuova idea: Adobe in questo caso si avventura in un approccio decisamente nuovo al web, insediandosi in quella terra di nessuno che si situa tra il desktop ed il web, tra il software ed il servizio, tra lo schermo e la rete.
Con Adobe AIR l’utente può installare sul proprio desktop una sorta di finestra verso il web. Tale finestra potrà in seguito essere popolata con quanto preferito, portando alcuni siti ed alcuni contenuti direttamente dalla rete al desktop ed avendo così costantemente a schermo i contenuti desiderati. Tra i primi ad accogliere la novità vi sono nomi quali eBay, New York Times, Time Warner, Nasdaq e Nickelodeon: tali gruppi offriranno infatti una interfaccia ai propri servizi che Adobe AIR permetterà di ospitare sul desktop trasformando i rispettivi siti in tante piccole applicazioni che potranno essere posizionate di fianco alle altre icone dello schermo.
Contestualmente al rilascio di AIR 1.0, Adobe ha inoltre messo a disposizione anche altre due applicazioni. Innanzitutto è possibile il download libero e gratuito di Flex 3.0, lo strumento di sviluppo ideato da Adobe per la propria piattaforma (l’editor Adobe Flex Builder 3 è in vendita invece a 249 dollari). Infine la tornata di annunci contempla anche Adobe BlazeDS, progetto in grado di assottigliare ulteriormente la distanza tra operazioni back-end ed attività online portando a schermo il punto di contatto tra le due parti.
Per Adobe trattasi di un percorso di somma importanza: Google, Microsoft, Mozilla ed altri gruppi hanno già provato esperimenti in qualche modo similari ma nessuno quanto Adobe sembra incidere a fondo nella svolta immaginata. Se AIR riuscirà ad imporre la propria legge si aprirebbe un’era nuova ed un nuovo modo di accedere ai contenuti della rete. La scommessa di Adobe sembra dunque essere di quelle destinate a lasciare il segno. E potrebbe non tardare la risposta proveniente dalla concorrenza, con tempistiche direttamente proporzionali all’aumento di siti e servizi pronti a sbarcare sulla piattaforma Adobe.
Degna di nota, infine, l’importanza data ad AIR da parte del New York Times. L’importante testata ha infatti offerto un ampio spazio ad Air con un lungo approfondimento a firma di John Markoff. Ma c’è un motivo in tutto ciò: «Proprio oggi, infatti, il quotidiano americano ha fatto il suo esordio come distributore di prodotti software presentando la beta di ShifD, un tool multipiattaforma per la gestione di note, link e altre informazioni personali che offre pure una versione desktop basata, appunto, sulla tecnologia di casa Adobe».