Dopo una presentazione passata quasi sotto silenzio, Adobe comincia a riempire di contenuti il suo Media Player, confermando contemporaneamente la positività dell’esito dell’esperimento e la sua volontà di non farlo rimanere solo un prototipo.
Adobe Media Player era nato come una delle tante declinazioni di Adobe Integrated Runtime (AIR), la nuova tecnologia della casa di Photoshop basata su Flash e su un set di runtime da scaricare per qualsiasi sistema operativo. Ma il rilascio della versione 1.1 (inspiegabilmente non disponibile per Linux), colma di novità già comprese nel pacchetto, lascia intuire altri piani. Adobe entra infatti in partnership con Sony e comincia a proporre alcuni film completi attraverso la sua piattaforma. Parliamo di titoli non eccessivamente nuovi ma nemmeno vetusti, ad esempio Jerry Maguire o Men In Black. Si tratta in totale di 600 film e 2500 episodi di show televisivi (Beverly Hills 90210, Love Boat, 48 Hours), fruibili via feed o facendo ricerche apposite.
Di certo non si tratta di un’offerta in grado di rivaleggiare con i concorrenti più aggueriti del settore della distribuzione video online, ma nemmeno qualcosa da prendere sotto gamba. I film sono disponibili in una qualità non ottimale e parti interconnesse; possono essere visti a tutto schermo oppure gratuitamente con inserzioni pubblicitarie.
Ma ancora di più la particolarità di Adobe Media Player è che i fornitori di contenuti, sia che si tratti di Sony sia che si tratti di qualsiasi altro produttore, possono decidere le opzioni di distribuzione, se ad esempio il loro materiale sarà disponibile solo in streaming o anche in “download to own”, oppure possono decidere come visualizzare la pubblicità, se dentro la finestra del player o all’esterno. Non è dato sapere quale quota degli introiti pubblicitari Adobe tenga per sè.