Adobe Systems presenta i risultati del secondo trimestre dell’esercizio 2008/2009, terminato il 29 maggio: il fatturato complessivo della società appare in sensibile calo rispetto all’anno precedente, con un utile netto inferiore del 41% rispetto ai risultati del 2008. Ciò nonostante, le cifre riportate appaiono superiori a quanto predetto dai principali analisti del settore e la società si dichiara soddisfatta dei risultati ottenuti nonostante la recessione globale.
Il fatturato generale relativo al secondo trimestre risulta pari 704,7 milioni di dollari, con un calo di 21 punti percentuali rispetto agi 886,9 milioni registrati l’anno precedente, mentre l’utile netto subisce un crollo verticale, passando dai 214,9 milioni di dollari del 2009 (pari a 40 centesimi per azione) ai 126,1 dell’attuale trimestre (24 centesimi per azione). Escludendo le voci straordinarie, l’utile di Adobe Systems sarebbe pari a 35 centesimi per azione.
Nonostante le perdite, il fatturato risulta comunque superiore, seppur di poco, ai 694.8 milioni di dollari previsti dagli analisti di Thomson Reuters. Il CEO di Adobe, Shantanu Narayen, si dichiara in ultima analisi «compiaciuto dai solidi margini di profitto e dagli utili ottenuti», in una situazione in cui la recessione globale rende l’economia stagnante. Adobe intende continuare ad investire pesantemente nei prodotti maggiormente strategici per il suo business, in grado di portare avanti la crescita della società una volta usciti dal periodo grigio dell’economia, ovvero il software Acrobat e la Creative Suite, in grado da sola di generare il 60% delle entrate.
Nonostante il formato PDF sia oramai divenuto lo standard per la divulgazione dei documenti, il fatturato generato da Acrobat ha subito nel secondo trimestre un declino del 21%, stabilizzandosi sui 156 milioni di dollari. La Creative Suite di Adobe, famosa raccolta di programmi per le produzioni multimediali, che comprende software del calibro di Flash, Premiere e Photoshop, ha generato un giro d’affari pari a 411,7 milioni di dollari, con un calo del 22% rispetto all’anno precedente.