Il WWF approda su Facebook e lo fa aprendo il primo catalogo di regali no-profit tramite il quale poter raccogliere le donazioni necessarie per sostenere le sue missioni e attività. Il World Wildlife Fund Gift Center consentirà agli utenti di effettuare una donazione attraverso una adozione simbolica di un animale, scelto tra una disponibilità di più di 100 specie animali. Gli utenti potranno scegliere tra tigri, panda, orsi polari e quant’altro che, collegati alla rete dei “like” e dei “condividi”, creeranno una sorta di lista dei desideri virtuale.
Terry Macko, Chief Marketing Officer del WWF, ha dichiarato: «Stiamo offrendo ai nostri soci e sostenitori su Facebook un’opportunità unica per sostenere il lavoro di conservazione del WWF, dimostrando al contempo ad amici e parenti il loro impegno per la tutela della fauna selvatica del nostro pianeta. […] Il nostro nuovo Facebook Gift Center è un modo innovativo per educare e raccogliere fondi e permettere alle persone di divertirsi».
Il WWF ha iniziato ad usare intensamente la rete per la raccolta fondi sin dal 2004, tramite il sito worldwildlife.org/giving: esperimento riuscito benissimo, tanto da raccogliere 12.5 milioni di dollari. Tramite il Facebook Gift Center, il WWF potrà contare su un parco utenti di circa 116 milioni di persone negli Stati Uniti.
Terry Macko ha continuato, aggiungendo che: «La combinazione della raccolta fondi online e i social network è una sfida e un’opportunità per molte organizzazioni no-profit. Siamo consapevoli che i nostri soci e amici desiderano più modalità, convenienti, per dare una mano al WWF, conoscere le nostre iniziative. […] Con questa nuova applicazione, la prima del suo genere per le associazioni no-profit, stiamo fornendo questa opportunità».
Ogni donazione sarà accompagnata da un certificato di adozione formale, una foto a colori della specie adottata e una descrizione della stessa. Le adozioni superiori ai 50 dollari saranno accompagnate da un peluche spedito gratuitamente sul territorio degli Stati Uniti.
Photo credit: Mike Johnston