ADSL: Utopia di liberalizzazione

A distanza di quasi tre anni dalle prime connessioni ADSL abbiamo assistito ad un susseguirsi di fasi altalenanti di offerte adsl, tutte però caratterizzate da un denominatore comune: Telecom Italia, che riconferma il suo ruolo di operatore dominante.
ADSL: Utopia di liberalizzazione
A distanza di quasi tre anni dalle prime connessioni ADSL abbiamo assistito ad un susseguirsi di fasi altalenanti di offerte adsl, tutte però caratterizzate da un denominatore comune: Telecom Italia, che riconferma il suo ruolo di operatore dominante.

Come ha sottolineato il Commissario europeo Mario Monti
a Bruxelles, alla presenza delle maggiori compagnie di Telecomunicazioni
europee, la responsabilità del rallentamento dello sviluppo delle TLC è degli
operatori dominanti che di fatto ostacolano in molti paesi lo sviluppo del
mercato, della rete e delle nuove soluzioni tariffarie.

E continua: “Nonostante
gli sforzi fatti dalle autorità pubbliche a livello nazionale ed europeo,
i risultati del processo di liberalizzazione dell’Ultimo Miglio sono stati
deludenti”.

Con la liberalizzazione dell’ultimo miglio la speranza
di tutti era che il mercato si aprisse a nuovi investimenti rivolti a infrustrastrutture
per telecomunicazione, con una conseguente concorrenza e riduzione delle
tariffe, ma tali apparecchiature si sono rivelate estremamente costose e
ammortizzabili solo con centinaia di abbonamenti, cosa che si è rivelata
improponibile alle numerose aziende emergenti.

Telecom Italia infatti, è tenuta a concedere l’utilizzo delle proprie centrali
e connettività, ma non delle proprie apparecchiature, ed è proprio per questo
punto che molti provider italiani, tra cui Tiscali,
si stanno battendo in questi giorni, chiedendo che Telecom, affitti l’ultimo
miglio comprensivo di apparecchiature nelle centraline e l’interconnessione
a tariffe eque.

Fino ad oggi la totalità delle aziende fornitrici
di connettività ADSL si sono limitate a rivendere i prodotti di Telecom Italia,
confermando la posizione privilegiata di cui ancora gode l’ex monopolista.

Analizzando tali offerte possiamo notare una netta linea di demarcazione
del mercato, tra offerte business per aziende, caratterizzate da notevole
ampiezza di banda, velocità e costi elevati e offerte per privati con velocità
di downstream ridotta il più delle volte della metà, ma abbordabili quasi
a tutti.

Questa categorizzazione ha instaurato una situazione che, nel giro di pochi
mesi ha permesso alle connessioni adsl di raggiungere un numero ragguardevole
di abbonamenti con gli operatori concorrenti, ma non sufficiente per creando
i presupposti per effettuare investimenti rivolti all’aggiornamento e ottimizzazione
delle infrastrutture anche sapendo che tali investimenti rischiano di essere
obsoleti nel giro di pochi anni, quando il mercato sarà maturo ad usufruire
di tecnologie più innovati, come la fibra ottica.

L’alternativa per ovviare a tale situazione, sarebbe di crearsi dal nulla una propria rete, come sta facendo Fastweb
che in questo scenario sta lavorando per imporre la propria connettività
dati/voce in fibra ottica nelle maggiori città italiane “tamponando” l’attesa
con connessioni adsl a 1.28 Mb/256 kbps.

Concludendo: come ha evidenziato Mario Monti a Bruxelles, ci troviamo davvero ancora nella situazione di “semplice sperimentazione” in fatto di trasmissione dati?

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