Advertising, in arrivo il codice di autoregolamentazione

Le associazioni di advertiser degli Stati Uniti stanno lavorando alacremente alla redazione di un codice di autoregolamentazione per rendere più trasparente la gestione degli annunci pubblicitari basati sulle abitudini degli utenti online
Advertising, in arrivo il codice di autoregolamentazione
Le associazioni di advertiser degli Stati Uniti stanno lavorando alacremente alla redazione di un codice di autoregolamentazione per rendere più trasparente la gestione degli annunci pubblicitari basati sulle abitudini degli utenti online

Un codice di autoregolamentazione per rendere più trasparente la gestione dell’advertising online. La proposta giunge da quattro associazioni di inserzionisti attive sul Web e mira a migliorare l’offerta dei servizi pubblicitari agli utenti, rendendoli maggiormente consapevoli e informandoli in maniera meno macchinosa e oscura circa la gestione dei loro dati personali.

American Association of Advertising Agencies, Association of National Advertisers, Direct Marketing Association e Interactive Advertising Bureau hanno da poco lanciato l’iniziata, sottolineando la necessità di elaborare presto un valido codice di autoregolamentazione per migliorare non solo l’esperienza degli utenti online, ma anche per offrire condizioni più chiare alle società interessate a condurre campagne di marketing sul Web. Le associazioni suggeriscono l’adozione di nuove misure per contrastare le recenti critiche mosse nei loro confronti sulla gestione poco trasparente delle informazioni raccolte sulle abitudini online degli utenti per fini commerciali, a volte all’insaputa degli stessi internauti.

Tra le proposte finora ipotizzate, spicca l’idea di utilizzare una piccola icona o una breve frase standard sui siti web che propongono inserzioni pubblicitarie. Tale soluzione consentirebbe agli utenti di ottenere rapidamente e con semplicità le informazioni sul trattamento dei loro dati a fini pubblicitari, permettendo inoltre l’adozione di misure atte a limitare tali pratiche direttamente dal sito web o attraverso le impostazioni del proprio browser.

«Gli utenti saranno in grado di dire “Non raccogliere alcuna informazione su di me per scopi pubblicitari online”» ha dichiarato Stuart Ingis, partner legale di Venable LLP e collaboratore alla redazione delle prime bozze per il nuovo codice di regolamentazione suggerito dalle associazioni degli advertiser. La proposta prevede inoltre la presenza di regole per tutelare bambini e adolescenti, impedendo la raccolta dei loro dati di navigazione sui siti web espressamente realizzati per questa particolare fascia di età.

Infine, le associazioni degli advertiser propongono l’istituzione di un sito ad hoc per esporre in maniera chiara i principali metodi di monetizzazione utilizzati online attraverso la pubblicità. Buona parte degli utenti ignora infatti quali siano le principali dinamiche che consentono ai siti Internet di mantenere e rendere redditizia la loro presenza online. Illustrare il dietro le quinte dell’advertising in maniera semplice e divulgativa potrebbe aumentare la consapevolezza degli internauti anche sul delicato tema della raccolta e della protezione dei loro dati, personali e di navigazione.

Salvo cambiamenti di programma, le associazioni coinvolte nell’iniziativa dovrebbero essere in grado di lanciare il nuovo codice di autoregolamentazione nei primi mesi del 2010. Gli autori del progetto non nascondono però il timore di ricevere uno scarso seguito da parte dei principali operatori dell’advertising, fino a ora molto cauti sulla proposta delle nuove norme per rendere più trasparente la pubblicità online legata ai gusti degli utenti. I numerosi avvertimenti lanciati dalla Federal Trade Commission degli Stati Uniti per meglio regolamentare il settore potrebbero comunque incentivare l’adozione del codice di autoregolamentazione su larga scala.

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