20 milioni di dollari e il caso è chiuso. Google ha posto fine ad una azione legale scomoda, basata su di una class action che, sebbene venga respinta nel merito delle accuse, viene conclusa con un patteggiamento di sommo valore monetario.
Dalla parte dell’accusa un duplice fronte: Howard Stern e CLRB Hanson Industries. La denuncia è stata formulata originariamente nel 2005 poiché erano state registrate transazioni giornaliere su AdWords a cifre maggiori rispetto a quanto fissato dagli inserzionisti denuncianti. Il budget giornaliero superato rappresenta la violazione nel mirino, una specifica disfunzione che ha però evidentemente spaventato Google. I legali della difesa hanno respinto in toto le accuse, negando nel merito la questione affinché Google non ne esca macchiato.
La cifra dei 20 milioni dollari dovuti da Google sono suddivisi in 20 mila dollari per ogni accusante, oltre a 5 mila dollari per i rispettivi legali. La parte restante è in credito da utilizzarsi su AdWords. I dettagli sulla vicenda hanno preso corpo grazie al report del Mediapost, ove è chiaro il fatto che la difesa ha tentato di far passare il concetto per cui gli addebiti “extra” erano pensati al fine di compensare le giornate ove una sottoesposizione aveva causato addebiti minori rispetto al previsto.
Mentre Google tentava di tenere costante la media della spesa, portando la stessa sempre verso il massimale previsto dal cliente, il cliente difende invece il proprio diritto di stabilire il massimale invece di una media. Il patteggiamento evita che si arrivi ad una sentenza e pone su un piano economico la conclusione della vicenda.
[Modificato ore 9.07]