Finalmente l’AGCOM ha approvato il regolamento per l’asta che assegnerà le frequenze che saranno utilizzate sia per la telefonia mobile che per i servizi wireless in genere come il WiMax. Visti i contenuti, l’asta si preannuncia clamorosa e senza precedenti perché permetterà agli operatori italiani di consolidare la propria leadership nel settore delle comunicazioni mobili in un’epoca dove la richiesta di connettività mobile è sempre maggiore. Corrado Calabrò, presidente AGCOM, al riguardo dichiara:
Questa asta, senza precedenti, consentirà all’Italia di consolidare la leadership europea nella larga banda mobile mettendo a disposizione degli operatori un’ampia dotazione di risorse e di rispondere così alla necessità, già manifestatasi, di una maggiore capacità di banda per le attuali reti mobili a causa dell’enorme successo dei nuovi servizi derivanti dalla diffusione di palmari e tablet.
L’asta andrà a distribuire quasi 300 MHz di banda e la base d’asta permetterà già così di raggiungere i 2,4 miliardi di euro di incasso come previsto a suo tempo dalla Legge di stabilità.
Verranno assegnate le frequenze da 800, 1800, 2000 e 2600 MHz. In particolare, come noto, le frequenze da 1800MHz sono attualmente utilizzate per i servizi GSM. Il regolamento approvato prevede quindi anche le linee guida per poter utilizzare questa frequenze per i servizi di connettività a banda larga mobile come l’LTE e il WiMax.
Anche la frequenza da 900MHz potrà essere utilizzata per la banda larga mobile, ma il così detto refarming della banda è già iniziato da tempo.
Le vecchie licenza da 900 e 2100MHz verranno inoltre prorogate e ogni concorrente non potrà vedersi assegnare più di 25 MHz complessivi tra le bande a 800 e a 900 MHz. L’AGCOM nel regolamento ha previsto anche degli obblighi minimi per chi otterrà le nuove frequenze.
Obblighi che comunque sono stati alleggeriti rispetto alle precedenti bozze. Chi otterrà l’uso della frequenza da 800MHz, da sfruttare per le aree digital divise, dovrà in 5 anni coprire almeno il 75% dei comuni inseriti in precisi elenchi. Le aree digital divise da coprire saranno infatti divise in elenchi associati.