AGCOM ha deliberato definitivamente per quanto riguarda il taglio retroattivo per le tariffe di unbundling delle annate 2010, 2011 e 2012. Si ricorda, che le tariffe di unbundling sono il canone che gli operatori pagano a Telecom Italia per accedere alla sua rete in rame. A seguito della decisione di AGCOM, il canone di unbundling per l’anno 2012 si attesta a 9,05 euro/mese.
Tale rideterminazione si riflette anche sui valori relativi agli anni 2010 e 2011, pari rispettivamente a 8,65 ed 8,90 euro/mese. Il risultato più sostanziale di questa delibera è che Telecom Italia dovrà rimborsare gli operatori che nel frattempo avevano pagato il canone secondo il vecchio e più oneroso tariffario sull’unbundling. Un conto che per Telecom Italia potrebbe risultare molto salato visto che alcune stime parlano di circa 30 milioni di euro. La decisione assunta dal Consiglio conferma lo schema di delibera già adottato il 15 dicembre 2014, sul quale la Commissione Europea, alla quale lo schema era stato notificato, non ha mosso rilievi nella lettera del 5 febbraio inviata all’Autorità. La decisione dell’Autorità costituisce pertanto una doverosa ottemperanza ad una pronuncia del Consiglio di Stato, e non, come lamentato da qualche operatore, un’applicazione retroattiva di nuovi prezzi di accesso.
I contributi per il servizio di unbundling, infatti, sono collocati in un paniere distinto da quello dei canoni e sottoposto a un diverso price cap (+1,13%). Con riferimento ai canoni dei servizi bitstream e WLR, la Commissione Europea ha preso atto dell’applicazione del principio dell’opportuno “spazio economico” definito nel 2010 rispetto al quale l’Autorità ha rafforzato le proprie motivazioni come richiesto dal Consiglio di Stato.
In particolare, l’Autorità ha dimostrato che tale approccio è stato finalizzato a incentivare gli operatori a investire nelle infrastrutture di rete.
Per l’approvazione definitiva dei canoni mensili dei servizi bitstream e WLR si dovrà, tuttavia, attendere l’esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato riguardante il canone del servizio bitstream naked per il 2009, su cui AGCOM ha già avviato l’apposito procedimento.
Trattasi, dunque, di una delibera che non piacerà sicuramente a Telecom Italia che sul taglio dei prezzi dell’unbundling aveva più volte promesso che avrebbe battagliato spingendosi sino ad un eventuale ricorso al TAR. Viceversa, per gli operatori Eutelia, Wind e Fastweb che avevano avviato il ricorso presso AGCOM, trattasi di un importante risparmio che garantirà loro capitali freschi per nuovi investimenti sul fronte banda larga.