L’AGCOM ha approvato nelle ultime ore il nuovo «Regolamento in materia di diritti di installazione di reti di comunicazione elettronica per collegamenti dorsali e coubicazione e condivisione di infrastrutture». Trattasi di un passaggio fondamentale ai fini della costruzione di una rete di nuova generazione, poiché detta le regole con cui l’infrastruttura prenderà forma nel futuro prossimo.
Il primo punto di intervento previsto dal provvedimento concerne «la definizione di linee di indirizzo per l’accesso, da parte degli operatori, alle infrastrutture pubbliche utili alla realizzazione di reti di comunicazione elettronica sia per le reti dorsali dei collegamenti a lunga distanza, sia per le reti d’accesso in ambito cittadino». Si indica pertanto una linea definitiva di indirizzo sulla quale basare l’impegno dei privati nel comparto. Il secondo punto è relativo invece alla «definizione di obblighi di condivisione, tra operatori, delle loro infrastrutture per la realizzazione di reti di nuova generazione». L’intento è chiaro: se già è difficile costruire una rete, sovrapporne varie sarebbe inutile, deleterio e particolarmente oneroso. Per questo motivo imporre la collaborazione tra i privati significa stimolare gli investimenti ed impedire dinamiche concorrenziali controproducenti.
Punto tre: l’AGCOM regolamenta altresì l’istituzione di un catasto delle infrastrutture. Occorre infatti una pianificazione organica ed una situazione aggiornata, in modo da poter monitorare la copertura e l’andamento dei lavori. A tutto ciò dovrà accompagnarsi «la semplificazione e l’armonizzazione delle procedure adottate dagli enti locali per consentire agli operatori le realizzazione sul territorio di reti a larga banda, attraverso apposite linee guida». Anche in questo caso l’ordine e la coordinazione sono gli elementi sui quali verrà regolamentato l’impegno collettivo per la nuova rete.
Il provvedimento dà attuazione ad alcune importanti disposizioni della nuova Direttiva quadro sulle comunicazioni elettroniche regolamentando i diritti di passaggio ed accesso alle infrastrutture esistenti e ponendo obblighi di trasparenza a soggetti titolari di reti infrastrutturali (strade e autostrade, linee ferroviarie, acquedotti, ecc).
Il quadro è il seguente: un nuovo Governo si è insediato ed è stata presto chiara l’intenzione di forzare la mano sulla banda larga tanto per inseguire gli obiettivi dell’Agenda Digitale europea, quanto per dar vita ad una dinamica virtuosa di investimento e ritorno economico; l’AGCOM, alla vigilia dell’inizio dei lavori che porteranno nel tempo alla nuova infrastruttura, derime a priori ogni controversia imponendo un preciso regime regolamentativo. L’Authority parla dichiaratamente di una “cornice regolamentativa” orientata all’efficienza ed al contenimento dei costi: su questo punto sia pubblico che privato sono d’accordo, poiché è soltanto abbassando la soglia del rischio imprenditoriale che sarà possibile percorrere la via maestra che porta alla caduta del digital divide e ad una maggiore resa del broadband nazionale.