Gli operatori virtuali italiani si starebbero lamentando delle condizioni economiche e tecniche poste dai 4 operatori TIM, Vodafone, Wind e Tre a cui dovrebbero sottostare. Gli operatori virtuali, in buona sostanza, si lamenterebbero che i 4 grandi della telefonia mobile italiana starebbero limitando il loro sviluppo. Lamentele che AGCOM ha preso in carico andando a studiare i contratti tra i carrier e gli operatori virtuali in vista di eventuali modifiche alle regole del settore da proporre nel prossimo autunno.
L’indiscrezione arriva dal Corriere delle Comunicazioni che sottolinea tutti i dettagli delle lamentele che AGCOM dovrà tentare di risolvere. Innanzitutto, gli operatori virtuali si lamenterebbero dei contratti con i carrier che lascerebbero margini troppo risicati per poter offrire ai clienti proposte economiche competitive. Poste Mobile, in particolare, chiederebbe anche l’asimmetria dei costi di terminazione, questo per favorire la sua crescita in un settore dove è presente da poco tempo. Trattasi di un’agevolazione di cui ha goduto per un certo periodo anche H3G dopo la sua entrata nel mercato italiano.
Gli operatori virtuali si lamenterebbero anche di una politica aggressiva dei 4 big in termini di win-back. TIM, Vodafone, Wind e Tre contatterebbero i clienti offrendo loro proposte commerciali estremamente concorrenziali. Una pratica non illegittima ma che gli operatori virtuali contestano in quanto a causa dei loro margini ridotti non sono in grado di effettuare una contro proposta ai loro clienti per farli rimanere.
AGCOM dovrà, dunque, trovare una quadratura del cerchio e sembra che saranno proposte alcune modifiche al regolamento del settore. Non sarà materia di discussione, almeno per il momento, l’accesso al 4G da parte degli operatori virtuali. Attualmente, i 4 big del settore non offrono agli operatori virtuali l’accesso alle reti LTE, un fatto, questo, che ha generato molto malcontento. Alcuni operatori virtuali, in realtà, stanno discutendo con i loro carrier della possibilità di accedere alle reti 4G. Se queste trattative dovessero concludersi con un nulla di fatto è possibile che gli operatori virtuali si rivolgano ancora una volta all’AGCOM.