Corrado Calabrò, presidente dell’AGCOM, durante l’esposizione della relazione annuale tenutasi in Parlamento, oltre ad aver affrontato il tema del rischio del collasso della rete mobile, è tornato sull’argomento delle reti in fibra ottica, le così dette NGN o “next generation network”.
Come tutti oramai sappiamo, attualmente in Italia sul fronte reti in fibra si stanno scontrando Telecom Italia e un consorzio composto da Tiscali, Fastweb, Vodafone e Wind. Due progetti diversi, ma nessuno davvero efficace secondo Calabrò.
Telecom infatti ha messo sul piatto 7 miliardi di investimento per coprire entro il 2015 con la ultra banda larga le 13 principali città italiane.
Il consorzio composta da Vodafone, Wind, Fastweb e Tiscali ha invece sulla carta un progetto da 2,5 milardi di euro con il fine di portare la fibra entro 5 anni ad un congruo numero di abitanti. Progetto però quest’ultimo molto legato a finanziamenti esterni e alla possibilità che tutti gli utenti abbandonino il classico doppino per passare in blocco alla fibra, clienti di Telecom compresi.
Peccato però che dall’Europa si preme affinché entro il 2020 il 50% delle famiglie europee possa dotarsi dell’ultra banda larga.
Viene da se che entrambi i progetti Italiani non rispondono a questa esigenza e non danno garanzie sul futuro.
L’AGCOM dunque suggerisce un piano unico e concreto sul tema delle reti di seconda generazione e per questo l’autorità detterà delle regole con il fine di incentivare gli investimenti.