AGCOM sanzione 3 Italia per l'LTE a pagamento

AGCOM contesta a 3 Italia una pratica scorretta per la rimodulazione dell'LTE a pagamento; a seguito di ciò, l'operatore è stato multato di 580 mila euro.
AGCOM sanzione 3 Italia per l'LTE a pagamento
AGCOM contesta a 3 Italia una pratica scorretta per la rimodulazione dell'LTE a pagamento; a seguito di ciò, l'operatore è stato multato di 580 mila euro.

La rimodulazione che vide 3 Italia porre l’LTE a pagamento fece molto discutere i suoi clienti. In particolare, molti si lamentarono che furono rimodulati anche piani che all’apparenza dovevano avere l’LTE incluso. A distanza di alcuni mesi da queste rimodulazioni e dalle molte polemiche che ne seguirono, l’AGCOM è intervenuto multando proprio 3 Italia a seguito di questa rimodulazione.

La sanzione erogata dall’AGCOM è pari a 580 mila euro. Trattasi di una multa pesante che l’Autorità giustifica all’interno della delibera 247/1/Cons. Nella fattispecie, all’interno del testo della delibera si legge che

in relazione alla trasparenza, immediatezza e completezza delle informazioni relative alla modifica delle condizioni economiche dell’opzione “4G LTE”, la Società ha fornito ai propri clienti una informativa incompleta con particolare riferimento alla decorrenza della variazione del prezzo richiesto per fruire della navigazione ad alta velocità e ai termini e modalità per esercitare il diritto di recesso.

La Società, omettendo di evidenziare elementi contrattuali rilevanti, ha condizionato il diritto di scelta degli utenti e, in relazione ai clienti che non hanno ricevuto alcuna informativa, non ha adottato misure di tutela efficaci al fine di evitare addebiti inconsapevoli. La violazione, la quale ha determinato un rilevante vantaggio economico per la Società, può ritenersi, pertanto, di entità molto consistente, sotto il profilo del danno cagionato a un rilevante numero di utenti, e di durata prolungata. La Società, dopo l’avvio del procedimento sanzionatorio de quo, non solo non ha intrapreso alcuna iniziativa utile a eliminare o attenuare gli effetti pregiudizievoli della condotta censurata, ma ha avviato una nuova campagna di rimodulazione delle condizioni di offerta dell’opzione 4G (decorrente dal 18 aprile 2017), non assolvendo, neanche in questo caso, agli obblighi vigenti in materia di trasparenza e completezza delle informazioni e diritto di recesso.

Wind Tre non è ancora intervenuta a seguito della delibera dell’AGCOM continuando con le sue rimodulazioni. In breve, AGCOM contesta la rimodulazione evidenziando una pratica scorretta.

Si ricorda, che oggi, l’accesso alla rete veloce 4G LTE costa ai clienti 1 euro al mese.

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