Sebbene l’Italia mostri importanti segnali di miglioramento nell’attuazione degli impegni previsti dall’Agenda Digitale, nel “Digital Maturity Indexes” (il sistema di 118 indicatori sviluppato dall’Osservatorio Agenda Digitale per misurare il livello di digitalizzazione dei Paesi europei) l’Italia si posiziona ancora terzultima in Europa per fattori abilitanti e quartultima per risultati raggiunti. Nonostante gli sforzi, dunque, il paese deve accelerare ulteriormente. Dati che arrivano dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Agenda Digitale della School of Managament del Politecnico di Milano.
Un risultato, dunque, non propriamente positivo per un paese che sta cercando di uscire rapidamente dal “medioevo digitale” in cui si era arenato per troppo tempo. L’Italia, infatti, ha redatto un Piano Triennale per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione e contestualmente ha accelerato anche sul Piano Banda Ultra Larga grazie al quale la copertura dei servizi a banda larga a 30 Mbps è raddoppiata dal 2015. Inoltre sta prendendo sempre più piede l’uso dell’identità digitale (SPID) e contestualmente cresce l’utilizzo delle transazioni attraverso PagoPA e ben 800 comuni hanno testato l’Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR). In Italia è stato messo nero su bianco anche il Piano Industria 4.0 e sono sorte tante altre iniziative per la digitalizzazione del paese.
Ma nonostante questa mole di progetti ed attività, l’Italia continua ad essere fanalino di coda dell’Europa. Secondo Alessandro Perego, Direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation, questo risultato non deve stupire troppo. L’Italia, infatti, arrivava da un periodo molto critico caratterizzato da forti ritardi che non potevano essere colmati in poco tempo anche se il gap con gli altri paesi europei si sta riducendo.
Secondo Alessandro Perego, per colmare il divario è di estrema importanza garantire continuità a tutte le iniziative portate avanti sia a livello nazionale che a livello locale.
Se si vuole davvero arrivare al livello dei partner europei è necessario non fermarsi e mantenere questo ritmo.
L’Osservatorio, infine, grazie al supporto di Doxa, mette in evidenza anche un altro aspetto e cioè che i cittadini hanno ancora un basso livello di competenze digitali che impedisce loro di sfruttare tutti i vantaggi che queste nuove tecnologie offrono. Gli italiani, dunque, hanno in mano tutti gli strumenti per sfruttare le nuove tecnologie, ma le loro competenze digitali sono inferiori a quelle della media europea.
Importante, dunque, che si agisca anche in questa direzione, soprattutto agendo con priorità sulle fasce della popolazione più bisognose di miglioramenti come quelle degli over 65.