«Il bilancio generale del primo anno di attuazione dell’Agenda digitale è positivo, in particolare per quanto riguarda l’uso di internet (65% della popolazione dell’UE). Ma in certi settori i progressi sono deludenti, soprattutto nella diffusione delle nuove reti superveloci a banda larga che costituisce uno dei principali obiettivi dell’Agenda digitale, mentre si registrano progressi nel potenziamento delle reti esistenti in rame e su cavo»: con queste parole la Commissione Europea fa il punto sull’andamento dei lavori circa i progetti stilati con l’Agenda Digitale. E la fotografia complessiva è firmata Neelie Kroes:
A un anno dall’avvio dell’Agenda digitale constato con piacere i progressi compiuti. Ma gli Stati membri, l’intero settore, la società civile e la Commissione, noi tutti dobbiamo fare di più se vogliamo sfruttare appieno il potenziale dell’Agenda per conservare la competitività europea, stimolare l’innovazione e creare posti di lavoro e prosperità. Invito tutti a riflettere sugli enormi effetti benefici, a lungo termine, di un’azione decisa intrapresa oggi, in particolare nella banda larga ad alta velocità
La promozione del commissario Kroes giunge in relazione alla penetrazione della Rete tra la popolazione, crescente in ogni stato membro dell’UE: la cultura digitale si sta espandendo e la cittadinanza sta pertanto facendo la propria parte. La promozione è timida per quanto riguarda la disponibilità e la penetrazione della banda larga: la Commissione ritiene si possa fare molto di più in tal senso e le bacchettate nei confronti dei paesi in ritardo si moltiplicano. La promozione non viene invece accordata al mondo dell’e-commerce transazionale, nella presenza online delle piccole e medie imprese e nei prezzi del roaming.
La situazione in Europa
In linea generale il 10% degli obiettivo dell’Agenda Digitale sarebbe già stato conseguito, il 10% sarebbe in forte ritardo e l’80% sarebbe in fase di elaborazione. Il cantiere è pertanto aperto, ma necessita di una focalizzazione particolare nei vari aspetti sui quali si intende operare. Questa pertanto l’analisi puntuale della Commissione circa gli aspetti che saranno ridiscussi il 16 e 17 giugno prossimi in occasione dell’Assemblea dell’Agenda Digitale:
- Semaforo verde:
- Uso regolare di internet: si è assistito a un rapido incremento fino a toccare il 65% della popolazione dell’UE (l’obiettivo è raggiungere il 75% entro il 2015). L’uso di internet si sta diffondendo anche tra le fasce più svantaggiate, come le persone meno istruite e i più anziani (dal 42% al 48%), il che lascia ben sperare nel raggiungimento dell’obiettivo del 60% entro il 2015. La percentuale di coloro che non usano internet è scesa dal 30% al 26%
- Acquisti online: il 40% dei cittadini dell’UE fa acquisti online, compreso il 57% di tutti gli utenti di internet. Oltre la metà della popolazione di 8 Stati membri compra online
- Pubblica amministrazione in linea (eGovernment): il 41% dei cittadini si avvale di servizi della pubblica amministrazione in linea e la metà di loro ha completato e rinviato all’amministrazione moduli online. Il piano d’azione e‑Government (IP/10/1718) contribuirà a realizzare l’obiettivo di arrivare, nel 2015, a una percentuale del 50% dei cittadini e dell’80% delle imprese che si avvalgono dei servizi dell’amministrazione pubblica in linea
- Promozione dell’illuminazione a basso consumo energetico: la tecnologia avanzata nota come Solid State Lighting (SSL) ha conquistato una quota di mercato del 6,2% nel 2010 (un notevole aumento rispetto all’1,7% del 2009) e ha permesso di progredire decisamente verso l’obiettivo di riduzione dei consumi energetici per l’illuminazione del 20% entro il 2020
- Semaforo giallo:
- Disponibilità e uso effettivo della banda larga: la banda larga di base è sempre più accessibile anche nelle zone remote, ma l’effettiva diffusione e utilizzazione della banda larga superveloce si concentrano attualmente solo in poche zone, soprattutto urbane. La Commissione sta lavorando con gli Stati membri per realizzare concretamente l’obiettivo di dare accesso alla banda larga di base a ciascun cittadino dell’Unione entro il 2013 ed entro il 2020 alla banda larga veloce e ultraveloce
- Semaforo rosso:
- Commercio elettronico transfrontaliero: nel 2010 è passato solo dall’8,1% all’8,8%. L’obiettivo dell’Agenda digitale è che entro il 2015 il 20% dei cittadini facciano acquisti online transnazionali. La Commissione intende analizzare questo ed altri ostacoli allo sviluppo del mercato unico digitale in una comunicazione che elaborerà prossimamente sulla direttiva eCommerce
- Presenza online delle piccole e medie imprese (PMI): il 26% delle PMI compra online (percentuale in aumento), ma solo il 13% vende online (aumento di due punti rispetto all’anno scorso)
- Prezzi del roaming: sono scesi di 1,5 eurocent nel 2010, ma continuano ad essere tre volte più cari delle chiamate nazionali. L’obiettivo dell’Agenda digitale è raggiungere la parità dei prezzi tra chiamate nazionali e in roaming entro il 2015 nell’UE
- Investimenti pubblici nella R&S sulle TIC: la spesa pubblica non ha superato la soglia dei 5,7 miliardi di euro dello scorso anno; per raggiungere l’obiettivo del raddoppio a 11 miliardi entro il 2020 sarà necessario un incremento annuo di tale spesa del 6%
La situazione in Italia
L’Italia riceve dalla Commissione Europea una sostanziale promozione per quanto operato ai sensi dell’Agenda Digitale, ma non mancano alcune preoccupanti zone d’ombra a cui l’UE chiede di porre rimedio quanto prima al fine di non perdere il treno con l’innovazione.
Circa la disponibilità di banda larga la fotografia è un evidente chiaroscuro nel quale la nota migliore è l’aumento della penetrazione del Web tra i cittadini (elemento confermato anche dai nuovi dati Audiweb), ma al tempo stesso soltanto il 59% delle case ha una connessione (l’83% a banda larga) ed in ogni caso la quantità di connessioni broadband rimane al di sotto del livello medio europeo (87%).
L’Italia è inoltre tra i paesi in cui la percentuale degli abitudinari della Rete è più bassa (48%) mentre più alta è la percentuale di coloro i quali mai hanno avuto il minimo contatto con il Web (41%). Molto limitata, inoltre, l’adozione dell’e-commerce come possibile soluzione d’acquisto.
Il plauso maggiore dell’UE va a gli sforzi compiuti dal nostro paese in termini di eGov: lo Stato ha fatto la sua parte e le aziende hanno sposato i servizi elargiti, il tutto con passi avanti degni di nota rispetto agli anni passati.
Più vago il giudizio relativo ad una necessaria moderna regolamentazione del mondo delle telecomunicazioni: il pagellino dell’UE snocciola tutti i vari interventi che il nostro paese ha messo in opera, ma trattasi nella maggior parte dei casi di cantieri aperti più che di risultati conseguiti.