Internet ad alta velocità può essere un’ancora di salvezza per la ripresa economica in grado di offrire nuove opportunità per creare e godere di nuovi contenuti web, per innovare, acquistare, vendere e realizzare business online. Lo sostiene la Commissione Europea nell’ultimo rapporto pubblicato oggi nell’Agenda digitale, dal quale emerge come in Europa la domanda di tecnologie moderne e sempre più prestante continui a crescere, ma non è rapportata purtroppo alla qualità dell’offerta.
Bisogna fare decisamente di più. Ad oggi, il 95% degli europei ha accesso a una connessione internet a banda larga e il consumo di linee mobile è cresciuto del 62%. Quest’ultimo dettaglio sottolinea l’enorme potenziale generato dal volume di traffico dati in mobilità e che potrebbe aprire nuove opportunità per il settore delle telecomunicazioni e per i fornitori di servizi online. Lo scorso anno sono stati 15 milioni i nuovi utenti internet, e per la prima volta la percentuale di uso della rete nelle categorie sociali svantaggiate ha superato il 50%. Tuttavia, ancora un europeo su quattro non ha mai navigato sul web.
Dati che vanno in controtendenza agli investimenti nel settore, in calo in tutto il vecchio continente. Da qui è possibile comunque trarre una buona notizia per l’Italia, che detiene la prima posizione con il 14.6% degli investimenti nell’ICT, due punti in percentuali in più rispetto la media europea. Inoltre, dalla fine del 2011 il bel Paese si sta avvicinando agli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea che mirano ad assicurare una connessione a banda larga di base a tutti i nuclei familiari entro la fine di quest’anno, da allineare a una diminuzione netta della banda stretta e fondi specifici per le aree urbane.
In generale, si registrano aumenti in tutta Europa nella copertura della banda larga, nella percentuale della popolazione che utilizza regolarmente internet, nell’implementazione della banda larga ultraveloce e nel valore aggiunto del mercato che nel giro di tre anni, dal 2007 al 2010, è cresciuto del 10%. Però, questo non basta per poter parlare di un Europa al passo con la tecnologia e soprattutto in grado di sfruttarne tutte le sfaccettature per un rilancio economico di tutti i paesi dell’Unione.
Per accelerare lo sviluppo della rete, occorre anzitutto passare per una migliore organizzazione: l’80% dei costi è infatti relativo alla posa in opera dei cavi, il che significa che armonizzazione e progettualità potrebbero abbattere considerevolmente l’onere relativo (uno scavo, una sola voce di costo, più finalità). Nel 2013 questo obiettivo sarà primario, poiché soltanto abbattendo i costi di messa in opera si può sperare di poter accelerare lo sviluppo di una rete più pervasiva e capace.
Neelie Kroes, Commissario per l’Agenda digitale e Vicepresidente della Commissione Europea, spiega che aziende e governi non riescono a soddisfare la domanda sempre più esigente dei consumatori perché ancorate a strategie, mentalità politiche e modus operandi appartenenti al secolo scorso. Investire poco nel settore ICT vuol dire darsi la zappa sui piedi, dando modo alla concorrenza mondiale di prevalere nettamente. La Kroes promuove inoltre la neutralità della rete: internet sia un meraviglioso strumento per tutti, a patto che conceda al consumatore libertà, massima scelta e totale chiarezza. Solo così il digitale potrà salvare l’Europa.
L’Italia sta compiendo un nuovo passo dando forma all’Agenzia per l’Italia Digitale, entità univoca su cui peserà la responsabilità di stilare strategie e procedure per migliorare il feeling del paese con l’informatica: passerà anche di qui l’impegno italiano verso le nuove tecnologie, le quali una volta poste in essere e diffuse andranno anche adeguatamente utilizzate. Ed il vantaggio correlato sarà in grado di garantirne (e più che compensarne) i costi di messa in opera.