Uno dei principali problemi che accomunano i settori che compongono il mondo della tecnologia è sicuramente quello dei consumi energetici. Da tale problematica non è esente il campo della telefonia mobile, uno dei rami in maggiore espansione negli ultimi anni: proprio per ridurre l’impatto delle comunicazioni in chiave mobile, dunque, l’Unione Europea ha varato il progetto EARTH, il quale ha ricevuto il premio Future Internet Award in quanto particolarmente attivo nello studio di nuove soluzioni per il futuro della Rete in mobilità, con un occhio di riguardo all’impatto ambientale.
Grazie alla collaborazione di diversi team di ricerca provenienti da altrettanti atenei del Vecchio Continente ed alla partecipazione di partner aziendali quali Alcatel, Ericsson e Telecom Italia tale progetto è quindi riuscito ad individuare una serie di accorgimenti da apportare alle attuali centrali di trasmissione per connessioni 4G e LTE, progettando sulla carta sistemi in grado di ridurre sensibilmente i consumi energetici e di fatto le emissioni di carbonio nell’atmosfera, consentendo allo stesso tempo importanti miglioramenti dal punto di vista tecnologico.
La riduzione dei consumi energetici, del resto, porta con sé un duplice vantaggio: da un lato, infatti, l’accesso ad Internet da smartphone e tablet risulta essere maggiormente incline al rispetto della natura; dall’altro, invece, si consente alle aziende di ridurre drasticamente le spese per l’alimentazione delle proprie stazioni di trasmissione, con benefici che potrebbero ripercuotersi sulle tariffe proposte da ciascuno di essi, consentendo agli utenti europei di accedere a piani maggiormente vantaggiosi dal punto di vista economico. Progetti dal duplice vantaggio, quindi: i motivi per investire in questa direzione sono molteplici, in gradi di generare sistemi virtuosi di varia utilità.
Il Commissario Europeo Neelie Kroes, responsabile per l’Agenda Digitale, si è quindi congratulata con i ricercatori del progetto EARTH, evidenziando come «il settore dell’ICT sta crescendo ma altrettanto non dovrebbero fare le emissioni di carbonio», grazie anche ai 10 milioni di euro investiti dall’UE nell’iniziativa. Il team dovrebbe fornire inoltre i primi risultati concreti entro breve, con soluzioni commerciali basate su tali scoperte in arrivo entro il 2014.