L’agenda digitale entra nel vivo con l’apertura della consultazione pubblica. Nuove idee, esperienze, per stimolare lo sviluppo tecnologico dell’Italia. Un progetto collettivo, complesso, che si occupa di città, infrastrutture, e-government, competenze digitali, e-commerce e innovazione. E ci sono anche le prime stime, promettenti.
Agenda Digitale è la piattaforma con la quale si sta cercando di cambiare l’Italia grazie a Internet. Come dice lo stesso forum di Confindustria digitale, a Roma, che ha cominciato a dare le prime stime economiche – riprese dal Sole24Ore – sull’impatto che l’innovazione avrebbe sui nostri conti. In pratica, una finanziaria: 50 miliardi di euro entro il 2015. Stefano Parisi, presidente della federazione dell’economia digitale, così ha commentato:
“Gli investimenti nell’innovazione digitale hanno un moltiplicatore pari a 2,1: in pratica ogni euro investito produce un beneficio superiore al doppio in termini di Pil. Ci sono inoltre effetti indiretti in termini di risparmi per la pubblica amministrazione che andrebbero attentamente considerati, a maggior ragione in questa fase che vede il governo impegnato nella “spending review”. (…) Dalle nostre elaborazioni emergono fino al 2015 50 miliardi di euro di minori spese, tra consumi intermedi e personale, se a tutti i livelli della pubblica amministrazione si passasse a un uso diffuso di internet. Dalla sanità alla giustizia: le applicazioni possono essere centinaia.”
L’impegno preso davanti al commissario Neelie Kroes è chiaro: l’Italia deve accelerare il passo se vuole recuperare il ritardo che soffre su alcuni versanti tecnologici: ancora troppe le famiglie senza Internet (il 41%), ancora scarsi gli hot spot pubblici gratuiti, ancora nebulosa la legislazione su diritto d’autore, neutralità della Rete, start up web. Ma soprattutto, pochi altri paesi europei sono tanto indietro sulla diffusione della banda larga, il nostro autentico tallone d’Achille. Tutti obiettivi considerati dentro la strategia di Agenda Digitale.
E per saperne di più, oltre a visitare il sito e scoprire tutti i suoi obiettivi, la consultazione (aperta fino all’11 giugno) può essere molto utile e istruttiva anche per gli addetti ai lavori e a tutti coloro che operano con le tecnologie informatiche. Basta entrare nel pannello, inserire i propri dati e rispondere alle varie domande, a tutte oppure a quelle delle sezioni a cui si è interessati.