La Cina supererà l’Europa nel campo della ricerca sull’intelligenza artificiale. Stando all’agenzia Elsevier, entro i prossimi quattro anni se le tendenze attuali continueranno, il dragone rosso otterrà la leadership in quanto a documenti e contributi scientifici alla causa AI.
Il report afferma che gli Stati Uniti, dove sono stanziati giganti della tecnologia quali Google, Amazon e Facebook, sono riusciti ad attrarre i migliori talenti dell’intelligenza artificiale nel corso dell’epoca recente ma questo non ha voluto dire un monte di ricerche tali da impensierire la Cina, che dal 2014 è in vetta all’ipotetica classifica con il resto dei paesi più attivi nel settore. Inoltre, con un certo scollamento tra attività private, pubbliche e accademiche, negli USA si fa sempre più ricerca nelle aziende e meno in laboratori e università, con la conseguenza di minori documentazioni disponibili alla massa.
Come afferma Elsevier: “La Cina aspira a guidare a livello globale il settore AI e ci riuscirà anche grazie alle politiche nazionali. Il focus principale è sulla computer vision mentre altri campi, maggiormente praticati altrove, non godono di una simile stima, ad esempio il natural language processing e il riconoscimento vocale”. Come sappiamo, Pechino è molto attenta a finanziare certi tipi di operazioni, con la convinzione che sia le strategie politiche che commerciali possano trarre beneficio dallo sviluppo nel panorama artificial intelligence.
A livello globale, il numero di documenti di ricerca pubblicati in ambito AI è aumentato del 12,9% negli ultimi cinque anni, mentre tra le aree specifiche, a risaltare è l’elaborazione del linguaggio naturale e la cosiddetta “artificial vision“, cresciuta del 37% nello stesso quinquennio. L’India è attualmente al terzo posto nella produzione di articoli AI, dietro a Stati Uniti e Cina. Germania e Giappone si classificano al quinto e sesto posto con l’Iran che, a sorpresa, affianca paesi come la Francia e il Canada.