L’intelligenza artificiale è esplosa negli ultimi anni anche nel panorama artistico, e il sistema AICAN, sviluppato dal professor Ahmed Elgammal e dal suo team presso l’IA & Art Lab della Rutgers University, ne è la prova calzante. Si tratta di un’IA quasi totalmente autonoma, addestrata su 500 anni di arte occidentale, che interpreta a proprio modo gli stili classici. Adesso aprirà persino una sua galleria a New York!
AICAN è l’acronimo di “Artificial Intelligence Creative Adversarial Network” e, sebbene utilizzi la stessa architettura delle reti antagoniste generative, le impegna in modo diverso. Le reti operano con due set, uno che genera immagini basate sui dati forniti dall’addestramento visivo, l’altro che valuta quanto l’immagine generata assomigli a quelle effettive, fornite dai dati dell’addestramento. AICAN persegue diversi obiettivi, dichiara Elgammal:
Da un lato cerca di apprendere l’estetica delle opere d’arte esistenti, dall’altro sarà penalizzato se, quando crea un opera a sé stante, emula troppo uno stile artistico.
In parole povere, l’intelligenza artificiale cerca di creare un’opera d’arte unica, ma non eccessivamente: incorpora l’estetica della storia dell’arte occidentale attraverso le sue banche dati, assorbendo esempi di tutto – paesaggi, ritratti, etc. -, ma senza alcun focus su specifici soggetti. Se un’opera è stata realizzata in uno stile classico tra il XV e il XX secolo, AICAN lo saprà; finora, il sistema ha immagazzinato più di 100.000 esempi artistici. Elgammal osserva che questo stile di addestramento imita più da vicino la metodologia usata dagli artisti umani.
Un artista ha la capacità di relazionarsi con l’arte esistente e innovare: è colui che assimila l’arte, ciò che è accaduto in precedenza nella storia dell’arte, generando il proprio stile artistico. È esattamente quello che abbiamo cercato di fare con la nostra IA.
Può persino dare un nome alla propria opera usando titoli che ha già conosciuto.