Cogliendo l’importante occasione della Fiera del Libro di Torino l’Associazione Italiana Editori ha meritevolmente organizzato una tavola rotonda coinvolgente una rappresentanza di Google per chiarire i problemi insorti attorno al progetto di digitalizzazione dei libri avviato dal motore di ricerca. Se ne esce con un rinvio, ma l’apertura tra le parti costituisce una base di partenza quantomeno promettente.
Un comunicato stampa AIE conseguente all’incontro esplica i termini del dibattito: «gli editori italiani dicono “un sì, con riserva” al progetto Google Ricerca Libri, il servizio di Google che permette di leggere e di effettuare ricerche su libri posti online dagli editori aderenti all’iniziativa». Inoltre: «”Gli effetti del progetto Google Ricerca Libri possono essere positivi e quindi in linea di principio siamo interessati – ha spiegato Piero Attanasio, responsabile dei progetti internazionali di AIE – Rimangono però alcuni problemi nelle modalità con le quali Google gestisce i diritti d’autore all’interno del progetto, che non sempre sono del tutto chiare”».
La distanza dai colleghi statunitensi non sembra però essere marcata quanto può apparire. L’AIE distingue infatti il Publishing Program dal Library Program, giudicando quest’ultimo similmente a quanto portato avanti dagli editori d’oltreoceano: «in principio il programma prevedeva la digitalizzazione dell’intero patrimonio (per incominciare) di cinque importanti biblioteche americane e britanniche, con un obiettivo di 15 milioni di volumi da scansire nel primo anno. Autori ed editori in tutto il mondo hanno manifestato molti dubbi su questo punto, dubbi che l’AIE condivide».
L’AIE porta nel dibattito la novità del DOI («il codice alfanumerico che gestiamo e che consente l’identificazione persistente di qualunque forma di proprietà intellettuale in una rete digitale ») e l’accordo con Google è quello di perseguire nella collaborazione cercando un punto di equilibrio e di profittabilità comune.