Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) associazione di categoria nata da Confindustria che rappresenta circa 50 aziende italiane eroganti servizi basati (anche parzialmente) su protocollo IP, non ha aspettato molto prima di far scattare una procedura di ricorso straordinario presso il Presidente della Repubblica per denunciare i prezzi ritenuti eccessivi dei servizi ADSL.
I “colpevoli” sarebbero sia la società fornitrice dei servizi di connessione, Telecom Italia, ma anche l’Autorità delle Comunicazioni che ha approvato i prezzi pur non essendo quelli previsti dalle norme.
Sul sito dell’Associazione, infatti, qualche giorno fa, è stato pubblicato un comunicato stampa nel quale si sostiene che le tariffe all’ingrosso praticate da Telecom Italia sono eccessive e “fuorilegge” poiché, come afferma la stessa Agcom, si basano su stime della banda piuttosto che su misurazioni precise.
L’AIIP sostiene che, stando a misurazioni regolari, il prezzo all’ingrosso dovrebbe essere quasi a meno della metà di quanto approvato attualmente. Inoltre, se si pensa che ogni anno, grazie all’evoluzione tecnologica e alle innovazioni i costi diminuiscono sensibilmente anche con l’aumentare degli utenti e dei volumi di traffico, si capisce come i prezzi stabiliti, ben lontani da quelli contabilizzati nel 2006, permettono a Telecom Italia di ottenere un notevole profitto a scapito, però, degli utenti. Per la posizione di indubbio vantaggio del gestore italiano, che detiene una buona quota di mercato, la situazione diventa complicata anche per gli altri competitor.
È stato quindi richiesto al Presidente della Repubblica di disporre l’annullamento della delibera 13/09/CIR pubblicata il 27 maggio 2009 che fissa gravose e ingiustificate condizioni economiche all’ingrosso per la banda larga con la speranza che per il 2009 le tariffe per l’accesso alla rete e ai vari servizi connessi siano realmente in regola.