AirPlay: scoperta la chiave privata

AirPlay: scoperta la chiave privata

Grazie a complicate tecniche di reverse engeneering, lo sviluppatore e hacker James Laird avrebbe scovato la chiave privata di RAOP, il protocollo creato da Cupertino e alla base della tecnologia AirPlay. Presto, l’audio in streaming dai dispositivi Apple non sarà più appannaggio esclusivo di Airport Express o Apple TV.

Il primo frutto di questa scoperta è un simulatore Open Source di Airport Express chiamato Shareport, il cui porting verrà presto eseguito verso Mac, Linux, Windows, console videoludiche (XBox 360, Wii, PlayStayion 3) e molto altro:

“Questo programma emula una Airport Express con lo scopo di effettuare lo streaming musicale da iTunes e dagli iPod compatibili: implementa infatti un server per il protocollo Apple RAOP.”

Fino ad oggi, tutto ciò che ci era permesso fare, lo decideva Apple:

  • Streaming da iTunes verso Airport Express/Apple TV;
  • Streaming da software di terze parti verso Airport Express/Apple TV.

Ora, invece, le possibilità sono pressoché infinite, perché una volta conosciuta la chiave privata si può indirizzare lo streaming verso qualunque dispositivo hardware o software su cui sia stato implementato (legittimamente o meno) AirPlay. Il problema, infatti, è squisitamente di natura legale: Apple fornisce a produttori e sviluppatori un programma di concessione in licenza che ha dei costi, e la pubblicazione della chiave rappresenta dunque un danno economico per la società, danno che i suoi legali non avranno problemi a quantificare.

Ecco perché, con ogni probabilità, la cosa avrà ripercussioni soprattutto sul software Open Soruce, visto che nessun produttore ufficiale commercializzerebbe mai un gingillo hardware in odore di battaglia legale. E non è un caso che Laird abbia subito inviato la chiave alla mailing list degli sviluppatori VideoLan: chissà che presto, attraverso VLC, non si possa riprodurre una canzone dall’iPhone direttamente sul Mac mini collegato all’LCD in salotto. Una bella novità, certo, ma che disincentiva l’acquisto di Apple TV.

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