Arrivano i dati sullo stato della rete Internet nel quarto trimestre del 2011 prodotti da Akamai, una delle società più importanti in termini di hosting, cloud storage e molti altri servizi di connettività. E il quadro italiano che ne emerge è tutto fuorché rassicurante: connessioni troppo lente e attacchi informatici diffusi. Riuscirà mai lo Stivale a risollevarsi dal divario digitale con le altre nazioni?
Le rilevazioni sono state effettuate con lo strumento Akamai Intelligent Platform, in grado di analizzare a campione oltre il 30% del traffico globale sul Web. La survey ha quindi voluto indagare dei fattori chiavi della Rete, come la penetrazione di Internet, gli attacchi informatici, la velocità media di connessione, la diffusione della banda larga e della connettività mobile.
Se per l’Italia il dato sulla penetrazione di Internet inizia a essere rassicurante, con un 23% in più di IPv4 unici connessi alla Rete, di certo non lo è la qualità di questo tipo di connessioni. Innanzitutto, l’Italia è la prima nazione responsabile di comportamenti malevoli sulle connessioni mobile, addirittura più di USA, Cina, Indonesia e Giappone. Il 24% di tutti i comportamenti truffaldini, tra malware e accessi indesiderati, trova origine proprio nel nostro paese. Seguono, poi, velocità di connessioni al limite dell’imbarazzante.
La velocità media in Italia è di 3,9 Mbps, diminuita in un trimestre del 4% e al di sotto dell aspettative delle altre nazioni europee. Pur essendo aumentata del 12% rispetto lo scorso anno e pur avendo raggiunto dei picchi di 16 Mbps, il Bel Paese non riesce a eguagliare – ma nemmeno ad avvicinarsi vagamente – a primati come quello dei Paesi Bassi, con 8,2 Mbps per ogni cittadino connesso. Meglio dell’Italia numerose altre nazioni, come Inghilterra, Irlanda, Svezia, Svizzera, Austria, Danimarca, Francia e molte altre ancora.
A livello mondiale, invece, è l’Asia a dominare la classifica delle nazioni più veloci, con ben 69 città presenti nella top 100. Un dato davvero sconfortante se si pensa come l’high broadband, ovvero delle connessioni superiori a 5 Mbps, stiano ormai diventando uno standard non solo delle nazioni ricche, ma anche in quelle di via di sviluppo, quindi l’Italia spesso fatica a tenere il passo con paesi terzomondiali.
Sono solo il 14% di tutti gli utenti italiani, infatti, coloro che superano la velocità italiana. Peggio di noi incredibilmente i francesi e i turchi. E oltre il danno, la beffa: l’Italia detiene il primato di numero di connessioni narrowband ancora diffuse, ovvero quelle pari o inferiori a 256 Kbps, comprese le 56 Kbps.
Più calma la situazione sul fronte della navigazione mobile: il “virus” italiano, ovvero quello di velocità strabilianti dichiarate ma raramente raggiunte, sembra colpire quasi tutti gli operatori mondiali. Quasi nessun carrier riesce a offrire davvero le velocità promesse, a esclusione di un operatore tedesco – di cui Akamai non fornisce il nome – in grado di garantire 5,2 Mbps costanti ai propri clienti. Infine, una curiosità: sono Africa e Sud America le nazioni che stanno crescendo più rapidamente in termini di connettività, recuperando pian piano la distanza con il nord del mondo: in un anno il continente nero è aumentato del 55%, quello sudamericano del 238%.