La “monocultura” informatica è un danno per l’economia e i monopoli tecnologici mettono in pericolo la sicurezza stessa del sistema informatico generale. Questo l’oggetto di uno studio in preparazione da parte della Carnegie Mellon University e della University of New Mexico per soppesare vizi e virtù della realtà informatica attuale, caratterizzata da un’evidente monopolio nel mercato dei sistemi operativi. La ricerca è finanziata anche dalla prestigiosa National Science Foundation (NSF), l’ente governativo americano che promuove la diffusione della scienza e della tecnologia.
Il problema più evidente è quello della sicurezza: un sistema basato su una sola piattaforma informatica rischia di collassare quando nel sistema dominante stesso venga evidenziato anche solo un piccolo problema tale da aprire le porte critiche. Un esempio è Code Red, il virus che in sole 13 ore riuscì a infettare oltre 350 mila computer in tutto il mondo.
La ricerca ha un argomento simile a quello divulgato lo scorso settembre dalla Computer & Communications Industry Association (CCIA). In quello studio, che aveva per sottotitolo l’eloquente «Come il predominio dei prodotti Microsoft crea i rischi alla sicurezza», veniva additato direttamente l’azienda di Bill Gates come responsabile principale della fragilità del sistema informatico mondiale.
Mike Reiter, professore della Carnegie Mellon, semplifica l’analisi soppesandola con teorie di tipo darwiniano: secondo egli la varietà sarebbe la vera ricchezza della specie in quanto comporta adattabilità nei momenti in cui difficoltà esterne ne mettano in pericolo l’integrità. La monocultura, dunque, mette a rischio l’intero sistema informatico in quanto, qualora se ne evidenziasse un problema di sicurezza, l’intero sistema andrebbe immediatamente in pericolo, confinando addirittura in ipotesi apocalittiche di collasso generale.
Lo studio conclude le proprie osservazioni evidenziando come la bontà della ricerca ed il punto di vista al di sopra delle parti siano le maggiori garanzie per tutelare le aziende. Ciò risulta determinante nel momento in cui venisse intrapresa la scelta costruttiva di rompere con l’approccio monoculturale come primo passo verso una maggiore sicurezza dei propri sistemi aziendali.