Mettere i blog in fila e misurare chi ce l’ha più… influente. L’ennesimo caso, ormai citato da mezza blogosfera, è quello del Guardian che ha composto la classifica dei 50 blog più importanti al mondo.
Già è di per sé difficile dare credibilità alle classifiche che si basano su riscontri statistici, quantomeno improbo risulta dunque essere un ranking calato dall’alto senza troppe spiegazioni. Il tutto diventa ancora meno interessante se il nono posto di Beppe Grillo viene motivato con la sua campagna contro “Mario Mastella“, peraltro erroneamente confuso con lo “Psychodwarf” (la traduzione non è difficile per chi ha seguito almeno minimamente Grillo).
Fermo restando la simpatia e la curiosità delle classifiche: ancora una volta le classifiche parlano più di se stesse che non dell’oggetto teoricamente in esame. Di per sé simpatici giochini, sempre più spesso vengono prese oltremodo seriamente a causa di dinamiche varie che mettono la visibilità sempre più al centro del problema. Il Guardian butta nella mischia il proprio elenco e ritira la mano.
Particolarmente “freudiano”, dunque, l’errorino di digitazione di Vittorio Pasteris sul suo blog nel commentare la notizia:
Al non posto Beppe Grillo
Esatto, grazie Vittorio. Forse è giusta questa definizione: sono, queste, simpatiche non-classifiche. Niente di più. E questa, poi, in modo particolare.