Mentre la Rete si chiude nel silenzio per protestare contro il contestato decreto Urbani, nelle sale dei bottoni i lavori continuano senza cenni di rallentamento. Nelle ultime ore arriva infatti dal ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, ha comunicato i primi passi per la costituzione della Commissione Interministeriale che dovrà ridiscutere le norme introdotte dal Decreto Urbani.
«La Commissione ha anche lo scopo – ha dichiarato il ministro Stanca – di rafforzare le norme contro la “pirateria informatica” mettendo allo studio iniziative di contrasto da affiancare agli strumenti normativi vigenti, per impedire l’uso illecito delle cosiddette “copie pirata”». Particolare attenzione viene riposta sulla necessità di adeguare la normativa al continuo progredire dell’innovazione tecnologica, con uno sforzo preciso di aggiornamento della giurisprudenza del settore.
Nessun accenno invece al punto del decreto che ha scatenato le veementi proteste online, ossia la norma che prevede sanzioni penali per chi condivide materiale protetto da diritto d’autore “per trarne profitto”.
Secondo quanto comunicato direttamente dal ministro, la commissione avrà la seguente precisa finalità: «predisporre uno scenario dello sviluppo del mercato dei contenuti digitali, tenendo conto del contesto internazionale e delle evoluzioni tecnologiche, nonché fornire proposte di disposizioni normative necessarie per la protezione dei diritti di proprietà intellettuale». Al tavolo delle discussioni i rappresentanti delle associazioni dei consumatori saranno sotto il tiro incrociato dei rappresentanti delle istituzioni, delle aziende del settore e delle associazioni degli autori.
Nel marasma sollevato dal tutto giunge altresì un sondaggio commissionato dalla FIMI (Federazione dell’Industria Musicale Italiana) che indica il forte calo della condivisione di materiale protetto, nonostante altre indagini che indicano l’esatto contrario. Intanto, Oltreoceano le denunce della RIAA contro ignoti untenti di sistemi di file Sharing sono giunte oggi a circa 3000, con un’ultimo pacchetto di 493 citazioni in giudizio.
Finora il percorso USA in materia ha anticipato quasi fedelmente l’omologo percorso italiano. Il tutto anche e soprattutto in virtù di un mercato musicale in difficoltà di fronte alla sfida della pirateria ed all’emergere degli innovativi Music Store digitali i quali, per contribuire al mercato delle case discografiche, necessitano di una certa tutela legislativa contro il P2P. Accogliere Napster, iTunes e altri nel nostro paese, insomma, potrebbe costare caro ai navigatori. Il tutto è indirettamente quanto espressamente notificato dallo stesso Stanca, il quale intende, come precedentemente citato, «predisporre uno scenario dello sviluppo del mercato dei contenuti digitali».