È stato ufficialmente dato l’ok per la produzione in massa dell’XO, il laptop da 100 dollari elaborato dall’associazione One Laptop Per Child presieduta da Nicholas Negroponte. Dopo anni di progettazione e polemiche finalmente si comincia a parlare di produzione di massa per il primo atto concreto per la riduzione del digital divide dei paesi più poveri. I primi dispositivi saranno pronti entro ottobre.
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Il computer costerà 176 dollari e non 100 come da definizione, poichè all’inizio questa è la cifra minima alla quale potrà essere venduto: quello dei 100 dollari è infatti un traguardo che Negroponte conta di raggiungere una volta aumentata la produzione a livelli industriali. E per rientrare dei costi e accorciare il periodo in cui l’XO costerà più dei famigerati 100 dollari, il progetto OLPC ha anche pensato di vendere il tutto a 350 dollari nei paesi sviluppati avendo intravisto la possibilità di un mercato low cost.
Il progetto del portatile è un’idea che è stata partorita originariamente dal guru della tecnologia Nicholas Negroponte. Sviluppato in collaborazione con il MIT di Boston, il progetto mira a fornire di un laptop molti bambini dei paesi più poveri in modo da alfabetizzarli alla comunicazione digitale. Una delle regole fondamentali fin dall’inizio è stata che, per tenere i costi bassi, tutta la tecnologia andava sviluppata internamente, il laptop doveva essere robusto e resistente (a causa delle difficili condizioni in cui avrebbe dovuto funzionare) ed infine doveva utilizzare software open source e connettersi ad internet via WiFi.
Divenuto famoso per la sua caratteristica manovella, in grado di fornire alimentazione al computer anche in assenza di elettricità, il laptop è stato attaccato da più parti nel corso della sua gestazione, ma ha saputo oltre ogni dubbio dare il via ad un vero mercato dell’informatica low cost destinata soprattutto ai paesi in via di sviluppo. I primi paesi a poter ricevere i computer saranno Argentina, Brasile, Cambogia, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Egitto, Grecia, Libia, Nigeria, Pakistan, Perù, Ruanda, Tunisia, Uruguay e USA.