Gli Osservatori del Politecnico di Milano offrono da qualche tempo ottimi spunti di riflessioni sul mondo del mobile, oltre che su altri settori, e durante il convegno Wireless Forum a Milano è stata presentata la ricerca sul Mobile Content 2008.
Al di là dei dati in sé, che sono stati interessanti ma non sorprendenti, quel che mi ha più colpito è stato l’approccio usato dai quattro carrier presenti, TIM, Vodafone, Wind e Tre per parlare di traffico dati, ormai un servizio sempre più core e sempre meno “accessorio”.
Per usare appieno i cellulari più recenti è del tutto evidente che è necessario avere un adeguato piano dati che garantisca, a fronte di prezzi certi, un’esperienza di fruizione dei contenuti piacevole e semplice.
Ebbene, anzichè sentire parole di entusiasmo e voglia di fare, ho sentito parole tremendamente 1.0 che mai mi sarei aspettato da operatori quali TIM e Vodafone, che fanno dell’innovazione, almeno per quanto riguarda le campagne marketing, il loro punto di forza.
La loro prudenza nel concedere banda illimitata, o comunque ad abbassare i prezzi (30 euro per 100 ore di connessione sono oggi prezzi inaccettabili), si fonda essenzialmente su due ordini di motivi che a fatica confessano.
Innanzitutto non sono pronti tecnologicamente. E’ chiaro, un po’ perchè detto da loro tra le righe un po’ perchè l’infrastruttura è quella che è, che se ci fossero offerte dati convenienti, e quindi tante adesioni, la qualità della connessione sarebbe estremamente degradata. In altre parole gli operatori non hanno fatto upgrade graduali della rete, e si trovano oggi, nell’era del web mobile, a non avere l’infrastruttura adeguata a reggere la domanda che nascerebbe da un approccio più di massa dell’uso di internet.
In secondo luogo va detto che gli operatori non hanno la minima intenzione di veicolare traffico sul quale non guadagnano direttamente. A chiare lettere i signori presenti dei quattro operatori hanno detto che non sono disposti a dare banda (pagata dall’utente, ndr) perchè l?utente possa connettersi a Facebook, a meno che Facebook non faccia un accordo con loro.
E’ qualcosa del resto di già visto, basti pensare all’offerta di Vodafone che con qualche euro alla settimana consente sì di navigare dal cellulare (e solo dal cellulare, non dal pc) in internet, ma esclusivamente su una serie di siti “approvati” da Vodafone, che evidentemente pagano dazio.
Una logica squallidamente arretrata e rivelatasi davvero poco vincente. Voler ostacolare così palesemente la diffusione dei servizi che gli utenti vogliono è incredibilmente miope e constatare che nel 2008 gli operatori la pensino ancora così è estremamente preoccupante, soprattutto con iPhone 3G alle porte. Con queste premesse, inizio a credere che le proposte commerciali sarano tutt’altro che allettanti.