Si chiama Satispay ed è un nuovo sistema, tutto italiano, per le microtransazioni tramite smartphone. L’idea nasce da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta, attuali CEO, responsabile IT & Organization e COO del gruppo. Satispay è oggi una delle principali realtà startup in Italia: la bontà dell’idea è stata accompagnata da una immediata crescita e dalla capacità di raccogliere capitali per i primi investimenti, proiettando così immediatamente il progetto dal localismo dei primi passi alla dimensione nazionale delle prossime ambizioni in ambito cashless.
Storicamente l’Italia è un paese di grande avanguardia nel mondo mobile, ma al tempo stesso ha sempre mostrato una certa resistenza al cospetto di forme di pagamento non tradizionali, soprattutto se in forma digitale. Sull’e-payment si incontrano queste due dinamiche e proprio in questo contesto il nostro paese esprime una delle proprie migliori startup. Ne abbiamo parlato con Alberto Dalmasso, amministratore delegato Satispay, per capire quali siano le prospettive del gruppo e quali le dinamiche che hanno portato ai primi importanti successi dell’idea.
Intervista ad Alberto Dalmasso
Alberto Dalmasso, poco più che trentenne, cuneese di nascita e imprenditore di adozione. Assieme a Samuele Pinta ha dato vita ad un nuovo sistema, tutto italiano, per i pagamenti tramite smartphone. Alberto, cos’è Satispay?
Satispay è un sistema di pagamento innovativo, conveniente e alternativo ai circuiti tradizionali delle carte di credito e debito. Funziona tramite una semplicissima app, disponibile per qualsiasi sistema operativo, che ti permette, grazie al codice IBAN, di creare una connessione sicura con il tuo conto corrente, di qualsiasi banca esso sia. Con Satispay chiunque può pagare in tutti i punti vendita ed ecommerce convenzionati e scambiare denaro con amici, familiari e conoscenti.
Innovativo, conveniente, sicuro, comodo. Ma in definitiva, quanto costa usare Satispay?
Satispay è conveniente per tutti: consumatori e commercianti. Per i primi è sempre gratuito, per i secondi non ha né canoni né costi d’iscrizione ma soltanto una commissione di 20 centesimi per gli importi superiori ai 10 euro. Sotto questa soglia è totalmente gratuito anche per l’esercente e, pertanto, è lo strumento di pagamento (e di incasso) ideale anche per le piccole spese quotidiane, il caffè, il giornale, il panino a pranzo…tutti quegli acquisti quotidiani per cui se non hai con te del contante può essere un problema.
Ci sono sempre più soluzioni per i pagamenti in digitale e sempre maggiore sarà la concorrenza. Perché un utente italiano dovrebbe scegliere Satispay e portarselo appresso sul proprio smartphone?
Se dai un’occhiata alle nostre pagine social (Twitter, Facebook, Google+), probabilmente la risposta più ricorrente che troveresti è “perchè è una figata!”. L’entusiasmo di chi ci usa, in effetti, riflette il senso ultimo del nostro servizio: Satispay va utilizzato perché semplifica la vita.
Siete partiti dalla provincia di Cuneo ed oggi sono molti gli esercizi commerciali già affiliati. Come sta procedendo il vostro contatto con le realtà sul territorio? E chi ha dimostrato maggiore interesse fino ad oggi: gli esercizi commerciali o gli utenti finali?
Cuneo è stata super ricettiva. Lì abbiamo trovato anche un’amministrazione comunale davvero sensibile, guidata dal sindaco Federico Borgna, che ha saputo subito capire tutte le declinazioni di Satispay anche per i servizi pubblici. Ora siamo già a oltre 2.500 esercizi convenzionati in tutta Italia, con decine di nuove registrazioni ogni giorno. La diffusione sta avvenendo su tutto il territorio, con un tasso di concentrazione più alto in Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia Romagna.
Sul livello di interesse, devo dire che è davvero alto su entrambi i fronti. Per i commercianti è un ottimo sistema per abbattere i costi (si arriva fino all’80% in meno rispetto a un sistema tradizionale con carte) oltre che per dare visibilità, tramite l’app, alla propria attività e a specifiche promozioni. Questo, in particolare, è un aspetto che inizialmente non avevamo considerato ma, sia noi che i commercianti, ci siamo resi conto che Satispay è un canale che ha una grande efficacia comunicativa per la modalità non invasiva ed estremamente immediata di dare visibilità a sconti o promozioni particolari.
Facciamo qualche numero: utenti registrati? Giro d’affari veicolato? Valore della transazione media?
60.000 download dell’applicazione, con una crescita delle registrazioni mese su mese del 28% a partire da settembre, momento in cui si può dire iniziato il vero lancio del servizio. Parallelamente, grazie all’aumentare del numero di esercenti convenzionati, crescono moltissimo anche le transazioni che ora sono intorno ai 400.000 euro al mese, con un valore medio di circa 18 euro a transazione.
Immaginiamo che la fase più complessa è proprio quella iniziale, l’impatto con gli esercenti per spiegare loro i vantaggi di un sodalizio simile. Tuttavia ora i primi mesi sono alle spalle e i numeri iniziano a farsi convincenti anche per gli esercenti più titubanti. Quali sono le attività che hanno registrato i migliori risultati?
Cresciamo molto su bar, ristoranti e negozi di moda e accessori. In contemporanea alla diffusione tra gli esercizi indipendenti, che al momento sta avvenendo grazie al passaparola, stiamo lavorando a molti accordi con grandi brand. Tra i primi ufficializzati abbiamo Grom, Areas Italia (che con il brand MyChef ci porterà presto come sistema di pagamento in tutti i loro ristoranti e punti ristoro, oltre che nei franchising McDonald’s e Rossopomodoro) e molti altri sono in fase di finalizzazione. Il settore oil è molto interessante e abbiamo già chiuso un accordo con TotalErg. Nel retail moda abbiamo assistito a un processo per cui alcuni franchising ci hanno adottato in modo indipendente e, entusiasti dei risultati, ci hanno introdotto alla casa madre. C’è molto entusiasmo e fermento. Inoltre, cosa a cui teniamo, abbiamo un approccio specifico anche sul mondo del no profit e delle onlus. Satispay è una soluzione ideale per raccogliere donazioni e micro donazioni online. Tra le realtà già attive il Comitato Maria Letizia Verga, 1Caffè Onlus e molte altre.
Giovani e meno giovani, utenti smart e utenti meno smaliziati: tutti ormai hanno uno smartphone in tasca. Ma qual è l’utente tipo di Satispay ad oggi?
Un utente smart, che vuole sfruttare a pieno ogni momento della propria vita quotidiana e si è abituato alla semplicità e all’efficienza che solo un’app fatta molto bene, e sempre a portata di mano, può dargli. Mediamente ha un’età tra i 20 e i 40 anni.
L’Italia è pronta per i micropagamenti in digitale? Qual è l’ostacolo principale alla loro diffusione dal punto di vista culturale?
Assolutamente sì. Forse, dal punto di vista culturale, l’aspetto su cui serve intervenire maggiormente è quello di far capire che le carte di credito sono nate 60 anni fa e oggi il mondo è cambiato e le tecnologie disponibili sono più comode e meno costose per tutti quanti. Bisogna accettare il cambiamento e gestirlo al meglio per trarne tutti i benefici possibili. Spesso mi chiedono se gli utenti hanno paura della sicurezza: la risposta è no. I nostri utenti, per l’età che hanno, sanno benissimo che è più sicuro un sistema che lavora collegato all’IBAN piuttosto che a una carta di credito.
Mentre si lavora per inculcare l’idea dell’e-payment a più livelli, molto rimane da fare anche per integrare questo tipo di processi nelle normative e nei regolamenti in atto. Inoltre convincere gli italiani alle transazioni non tradizionali, soprattutto se in forma digitale, è storicamente complesso. Dal punto di vista legislativo qual è la situazione dal vostro punto di vista?
Penso che l’approccio legislativo non rifletta il cambiamento culturale di cui sopra. Non si dovrebbe, a mio avviso, lavorare sul fronte sanzioni, ma bisognerebbe incentivare l’adozione di sistemi più comodi e convenienti sia per gli utenti privati che per le attività.
Satispay è nota per essere una delle migliori realtà startup italiane in termini assoluti. Cosa vuol dire per voi: un privilegio, un ostacolo, una vetrina o cos’altro?
Siamo considerati tra le migliori perché abbiamo messo insieme una squadra straordinaria. Oggi siamo già in 32 persone a lavorare in Satispay e siamo pronti a crescere ancora. Questo è il motivo di maggiore orgoglio per noi.
Forti dell’esperienza e dei successi fin qui raccolti, che consigli vi sentite di dare ad altre startup che ambiscono a percorrere la strada che ha percorso Satispay?
Di sostenere la propria idea senza aver paura di sbagliare, perché soltando imparando dai propri errori si può migliorare e trovare la strada giusta da percorrere. Inoltre, non bisogna accettare da nessuno, consulenti o investitori che siano, l’indicazione che ciò che si ha in mente non si possa fare, solo perché non è mai stato fatto prima. Bisogna dare tutti sé stessi, al 100%, accantonando qualsiasi altro progetto e lavorando tanto… ma tanto.