Il visore presentato da Alcatel all’IFA 2016 di Berlino funziona. Eccome. «Dobbiamo migliorarlo ancora prima di lanciarlo» si affrettano a ripetere i product manager dell’ex marchio francese finito ai cinesi di Tcl su licenza di Nokia, che ha acquistato Alcatel-Lucent per 15 miliardi appena lo scorso anno. Eppure il nostro giretto virtuale in Nepal, senza muoverci ovviamente dalla fiera della capitale tedesca, non è andato mica male.
Vision è un dispositivo stand-alone. Cioè si scaricano e usano app e giochi direttamente dall’esperienza immersiva. Non si può collegare ad altri dispositivi né d’altronde ha bisogno di uno smartphone come display. Pacchetto unico, chiuso ed espandibile solo tramite i servizi interni. Con tutti i pregi e i difetti di una scelta simile. I contenuti arriveranno da una serie di partnership con Jaunt Vr, Magic Interactive Entertainment e Fraunhofer. Ma andranno bene anche tutti quelli a 360 gradi di Google, come quelli presenti su YouTube.
La vestibilità è già più che buona: il visore è in realtà una sorta di caschetto. La batteria è posta sul retro, all’altezza della nuca in una parte mobile, con l’idea di bilanciare il peso del corpo principale, e collegata a questo da due tubolari a cui manca però una regolazione centrale. In effetti la scelta funziona e, specie per chi ha problemi di vista (come chi scrive), un peso meglio distribuito sul capo è un sollievo non da poco. Comoda anche la navigazione con il pad laterale e il pulsante “torna indietro" sulla parte alta.
Come per tutti i brand, non c’è visore senza videocamera a 360 gradi. Il percorso dei produttori è infatti quello di spingere la crescita di un mercato. Ma nel 2016 se mancano i contenuti dal basso, quel mercato non decolla. La proposta di Alcatel è leggera e divertente: una videocamera in due formati (uno quadrato, più slim e a dirla tutta più bello, l’altro rotondo e poco presente) che lavora con un’app collegandosi via porta micro Usb. È plug and play, non c’è davvero da fare nulla: attacchi e inizi a girare. Ancora da migliorare, però, la gestione dei filmati partoriti.
Alcatel ha colto l’occasione della fiera berlinese – sulla quale, in termini di smartphone, punta meno che sul Mobile World Congress – per svelare altri due prodotti. Entrambi ben impressionano per rifiniture e robustezza. Oltre che, come nei casi di altri marchi quali Wiko, per l’occhio strizzato all’utenza giovanile come prezzo e come stile.
Il primo è lo Shine Lite, uno smartphone da 5 pollici (solo HD ma fa bene il suo dovere) davvero bello da tenere in mano, con fronte e retro in vetro e cornice in alluminio. Sembra in effetti di un’altra categoria. Nero, bianco (il migliore) e oro i colori disponibili, la reattività del sistema sembra ottima ma la chicca che ci ha impressionato di più è la possibilità di associare a ogni polpastrello l’accesso rapido fino a cinque applicazioni preferite. Si strizza l’occhio a un uso smart, rapido, giovane. Ottima proposta per 199 euro.
Ultimo test per il tablet Pop4 da 10 pollici Full HD (l’unico che arriverà in Europa, ne sono state svelate anche versioni da 7 e 6 pollici): robusto ma anche in questo caso ma al contempo molto leggero e maneggevole (sembra incollarsi alla mano nonostante le dimensioni importanti). Ci ha colpito per la qualità audio, forte dei due speaker frontali Wavers MaxxAudio, che ne fa uno strumento adatto all’intrattenimento grazie anche a una sorta di equalizzazione ascoltata all’opera e abbastanza azzeccata per generi e contenuti video. L’unico rischio, che tuttavia per 269 euro si può correre, anche in virtù di un design pulito che non sempre le tavolette garantiscono, sono i 2 GB di RAM.