Quanto accaduto ad una famiglia di Portland (Oregon) sembra la trama di un episodio di Black Mirror. Il loro altoparlante Echo Dot ha registrato una conversazione privata senza permesso, inviandola ad un’altra persona. Amazon ha confermato l’accaduto spiegando che l’assistente Alexa ha riconosciuto alcuni comandi vocali in modo errato.
Nell’abitazione della famiglia statunitense sono presenti quattro Echo Dot, utilizzati per controllare luci, riscaldamento e sistema di sorveglianza. Circa due settimane fa, la proprietaria ha ricevuto una telefonata da un dipendente del marito che l’ha convinta a staccare tutti gli smart speaker. Il dipendente ha infatti ricevuto la registrazione di una conversazione privata avvenuta tra moglie e marito. La donna ha quindi scollegato i dispositivi e contattato Amazon per chiedere un chiarimento sulla grave violazione della privacy.
La famiglia ha chiesto il rimborso degli Echo Dot, ma l’azienda di Seattle ha proposto solo la disattivazione delle comunicazioni vocali, in modo da mantenere le funzionalità smart home. Dopo aver analizzato i log, Amazon ha confermato l’accaduto, spiegando che Alexa ha erroneamente interpretato come comandi alcune parole contenute nella conversazione. L’assistente ha prima rilevato la “wake word” Alexa, quindi ha ascoltato il comando “invia messaggio”. Alexa ha successivamente chiesto “A chi?” e interpretato il nome di un contatto nella rubrica. Dopo aver ricevuto conferma, sempre ascoltando la conversazione, ha inviato il messaggio al destinatario.
Amazon migliorerà la tecnologia di riconoscimento vocale per evitare che simili incidenti accadano in futuro. Uno smart speaker che ascolta e registra le conversazioni senza autorizzazione è sicuramente una situazione piuttosto spiacevole, oltre che inquietante.