Per molti di noi il telefono cellulare è diventato il nostro inseparabile tutto fare: chiamate, email, sms , chat, internet, ecc.
Le nuove generazioni quasi dimenticano i vecchi telefoni con il disco dei numeri e i vecchi telefoni a gettoni.
Ma per arrivare a tutto ciò bisogna partire da molto lontano.
Da quando fu fatta la prima telefonata il dilemma è rimasto, quasi irrisolti, su chi abbia avuto l’idea geniale di inventare uno strumento coem il telefono che ha rivoluzionato il modo di comunicare del mondo.
Due le figure di spicco a contendersi questo primato: il nostro Antonio Meucci e Alexander Graham Bell.
Di quest’ultimo oggi cade il suo 161 anno di nascita.
Nacque infatti il 3 marzo 1847 ad Edimburgo e fin dall’età di 23 anni si interessò alle macchine per telecomunicazioni.
Il 17 marzo 1876, grazie all’aiuto economico del suocero, riusci a depositare il brevetto n. 174,465 con la seguente motivazione: “il metodo e l’apparato per trasmettere la voce od altri suoni telegraficamente … per mezzo di ondulazioni elettriche, simili, in forma, a quelle che accompagnano l’emissione della voce e dei suoni nell’aria”.
Il nostro Meucci arrivò tardi al brevetto per problemi finanziari, ma riuscì comunque a depositare un brevetto temporaneo e sicuramente rimane lui il vero inventore del telefono.
A fugare ogni dubbio fu un documento che il parlamento statunitense approvò nel giugno 2002 dove si attribuiva a Meucci la paternità dell’invenzione.
Resta il fatto che anche Alexander Graham Bell ha dato il suo contributo.
Insomma quando parlate al cellulare, pensate anche che l’idea che sta alla base di questo strumento risale già al 1876 o giù di lì.