Angelino Alfano ha convocato i vertici dei principali gruppi attivi in Italia nel mondo del digitale. L’obiettivo è trovare una base comune di lavoro contro quella che è stata eletta come minaccia urgente e di grave entità: l’ISIS.
La decapitazione sulla spiaggia e il grido “siamo a sud di Roma” non è passato inosservato: il messaggio dell’ISIS ha catturato i media di tutto il mondo e Alfano vuole che l’Italia si faccia trovare preparata alla minaccia. Una minaccia che, spiega lo stesso Alfano, sul Web vive una sua dimensione particolare poiché è online che il proselitismo sembra aver trovato il proprio canale eletto. Tutti al Viminale, quindi, ad instaurare un dialogo forzato con istituzioni che sperano di trovare la chiave di volta per frenare la propaganda nemica senza minare una libertà che si fa sempre più fragile (ma per timori interni più che per minacce esterne).
«Al Viminale, al lavoro insieme ai responsabili italiani dei principali colossi del web e dell’informatica (Google, Facebook, Twitter, Microsoft, Hp, Ibm), per combattere il terrorismo»: così Alfano ha presentato l’incontro sulla propria pagina Facebook, raccontando l’incontro come un’occasione finalizzata a trovare nuove strategie «per combattere il terrorismo, che sul web ha uno dei principali canali di propaganda, indottrinamento e proselitismo». Ma la frase è condita da un immediato contrappeso, probabilmente frutto della maturata consapevolezza per cui controllo e libertà sono inesorabilmente legati a doppio filo se non si fanno le cose per bene: «Libertà e sicurezza nel web devono andare di pari passo», assicurando ad entrambe gli spazi necessari.
I fatti di Parigi prima, la crisi libica poi: l’Europa sembra aver trovato un fronte comune su cui compattare una politica estera fin qui totalmente frammentata. Le reazioni che hanno coinvolto il Web sono state invece finora improvvisate, non lineari, spesso scomposte: Francia, Regno Unito e Italia hanno avanzato idee divergenti, ma tutte all’insegna di un concetto di libertà che possa essere garantito soltanto da un maggior controllo sulle attività online.
Nelle prossime ore Alfano volerà a Washington ove incrocerà le idee raccolte in giornata con quelle maturate negli Stati Uniti nel frattempo. Il fronte occidentale cerca insomma un baricentro comune sul quale far collimare la reazione anti-ISIS. Perché se l’occidente ha costruito sulla comunicazione gran parte della propria civiltà, ora è proprio sul piano della comunicazione che sta perdendo la sfida con la nuova propaganda terroristica. E la censura non solo sembra essere la risposta sbagliata, ma sembra poter dare ulteriore linfa al fronte nemico.
Di questo e di altri temi si è parlato al Viminale e se ne parlerà a Washington, con Angelino Alfano a farsi carico della questione con l’obiettivo di arrivare quanto prima a definire una strategia chiara ed immediatamente utile per mettere in campo una trincea contro l’uomo nero che minaccia il Mediterraneo.